Lieve, intensa, difficile, romantica come poche, ben scritta e per fortuna a lieto fine come raramente accade, La Sonnambula di Vincenzo Bellini, storia di donne nelle loro sfumature caratteriali, torna al Teatro dell'Opera di Roma in una versione (integrale) che esalta tutte le sue peculiarità in una vera e propria casa di bambola. Il 18 febbraio la prima - repliche fino al 3 marzo - con parterre delle grandi occasioni che ha accolto in modo contrastato, tra scroscianti applausi e qualche buuhh, la messa in scena ancora una volta elegante ed innovativa che è tra i caratteri distintivi di questa bella e coraggiosa stagione del Costanzi, evidentemente non apprezzata da una frangia minoritaria del pubblico.
In questa Sonnambula la levità si ritrova senza dubbio nella bella direzione d'orchestra di Speranza Scappucci, che dimostra la sua crescita esponenziale in questa interpretazione quasi sussurrata dei pianissimo dell'opera che Bellini scrisse in poco tempo ma con particolare inspirazione, su libretto di Felice Romani nel 1931. Molto intensa poi l'interpretazione di Jessica Pratt nei panni dell'ingenua Amina, parte difficilissima sia per l'impegno vocale che per quello della recitazione che ha non poco peso nel dramma dalle sfumature ironiche, dalle venature grottesche e con una carica romantica sempre sul filo della melassa nella vicenda dell'amore contrastato con Elvino (Juan Francisco Gatell/Giorgio Misseri 3 marzo), che sarà insidiato e poi definitivamente sciolto nel finale positivo dal ruolo del Conte Rodolfo (Riccardo Zanellato, che è una certezza/ Dario Russo 25 febbraio e 3 marzo), vincendo l'opposizione della perfida Lisa, che alla fine sarà premiata comunque dall'amore anche lei, qui interpretata dalla brava Valentina Varriale diplomata 'Fabbrica' Young Artist Program Teatro dell'Opera di Roma, in un cast prevalentemente molto giovane che è tra i dati positivi di questa messa in scena.
Ancora una volta poi si tratta di un'opera in cui ha una parte importante il coro, sempre diretto da Roberto Gabbiani. Romantica infine come poche questa Sonnambula, e qui il carattere è esaltato dalla scenografia di Cristian Taraborrelli, che attraverso oggetti in dimensioni gigantesche che riproducono la classica stanza di una ragazza dal cuore puro, rimanda l'effetto della casa di bambola, poi immersa nei colori vivissimi del video d'arte che scorre sul fondo, realizzato da Gianluigi Toccafondo. Ma l'insieme delle emozioni che l'opera di Vincenzo Bellini trasmette è senza dubbio mirabilmente interpretata nel connubio di sentimenti esaltati, come già sottolineato, dalla direzione d'orchestra di Speranza Scappucci e dalla altrettanto bella regia di Giorgio Barberio Corsetti. L'opera segna il ritorno a Roma del regista, dopo il Fra Diavolo dello scorso ottobre, che in questo allestimento (realizzato in collaborazione con il Teatro Petruzzelli di Bari) immagina un mondo a meta' strada tra sogno e realtà. Perchè ogni storia d'amore così intensa in fondo non può che essere un sogno.
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