di Paola Laforgia
(ANSA) - BARI, 23 OTT - Trent'anni fa, i baresi si
ritrovarono a sfilare attoniti la domenica mattina del 27
ottobre davanti al cratere fumante del teatro Petruzzelli,
distrutto in una notte da un incendio doloso. In questi giorni
sono nuovamente in fila davanti al teatro che ha riaperto i suoi
spazi a capienza piena nella 'nuova' normalità dell'era
pandemica, per assistere alla rappresentazione del Nabucco. E in
sala, dopo due anni tra stop e restrizioni, si respira un'aria
festosa e di rinascita, quasi come quella che la città visse il
4 ottobre del 2009 con la riapertura del teatro dopo una
difficile ricostruzione e 18 anni di buio.
"Guardando a questi 30 anni con spirito positivo - analizza il
sovrintendete della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e
Teatri di Bari, Massimo Biscardi - possiamo dire che il disastro
dell'incendio ha determinato un fatto positivo, e cioè che si
scegliesse Bari come sede della 14/a Fondazione lirica (nata nel
2003). Una cosa che cambia la vita di una città e di una
regione, e che ha consentito in questi anni al Teatro di
strutturarsi con suoi musicisti, suoi lavoratori, operai,
scenografi e tutte le maestranze, avviando una crescita
artistica che non può avvenire in tre-quattro anni, ma in
decenni". "Per la mia parte - dice Biscardi - mi sono dedicato
da subito alle giovanissime generazioni, mancando nella scuola
italiana l'educazione all'ascolto, il Petruzzelli si è preso
questo compito con molta gioia, perchè vedere il teatro pre
pandemia pieno di famiglie e di bambini anche piccoli che
seguono un percorso culturale organizzato , è stata una delle
più grandi conquiste e anche soddisfazioni". "Poi abbiamo anche
pensato alla formazione del pubblico e nella stagione del 2022
che presenteremo la prossima settimana, finalmente potremo
dedicare addirittura quattro titoli a scelta di opere non
famosissime in modo da arricchire il bagaglio di conoscenza
culturale. Perchè è vero che è sempre bello riascoltare quello
che si conosce, ma ascoltare quello che non si conosce e fare
nuove scoperte e capire che un'opera come la Dama di Picche è di
Cajkovskij è bella come la Traviata oppure Romeo et Giuliette di
Gounod è bella come il Trovatore, sono le vere soddisfazioni.
Così si aumenta un bagaglio culturale che altrimenti sarebbe
rimasto fermo a pochi titoli d'opera".
Biscardi è sovrintendente della Fondazione dal 2014, ma i
primi due anni "sono stati praticamente inesistenti perchè -
racconta - ho dovuto dedicarmi solo ai problemi delle cause di
lavoro (ne abbiamo sistemate 500). Non sono stati anni inutili,
e abbiamo anche attuato una rimoralizzazione (il riferimento è
ad una vicenda di corruzione e tangenti che anni fa ha coinvolto
l'allora direttore amministrativo, ndr) e dal 2017 abbiamo
cominciato a poter ragionare di questioni artistiche". "Ho
chiuso tutti i miei otto bilanci in pareggio o in attivo -
sottolinea Biscardi che è stata confermato nel 2020 - ora la
Fondazione ha 174 dipendenti a tempo indeterminato, tra
maestranze amministrativi e orchestrali". "Siamo in grande
crescita - aggiunge - anche se purtroppo la pandemia ci ha
interrotto: dal 2014 al 2020 gli incassi di biglietteria sono
aumentati del 103%, i contributi del Fus cresciuti del 30% e il
punteggio artistico della qualità che è uno dei criteri che il
Ministero valuta per erogare il contributo è cresciuto del 40%".
Ma i due dati più importanti, ci tiene a sottolineare, sono il
numero di alzate di sipario che dal 2014 ad oggi è cresciuto del
70% e quello delle presenze cresciuto del 101%. "Siamo nati da
poco, abbiamo un margine di crescita importante - conclude - e
spero che ci venga data la possibilità nella definizione dei
nuovi criteri per il Fus di continuare a crescere". (ANSA).
Petruzzelli, 30 anni fa il rogo, ora nuova 'normalità'
Ritorno capienza piena. Sovrintendente, in grande crescita