Cultura

Rezza-Mastrella all'Arena del Sole con Hỳbris

Da domani a Bologna, un'indagine sull'esistenza dell'uomo

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 10 NOV - Dopo il debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto, "Hỳbris", il nuovo spettacolo di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, duo unico e inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, Leone d'Oro alla carriera nel 2018, arriva all'Arena del Sole di Bologna dall'11 al 13 novembre.
    Performer-autore, lui, artista-autrice, lei, Rezza e Mastrella hanno sempre firmato a quattro mani l'ideazione e il progetto di opere irriverenti e divertenti, anarchiche e surreali, fin dal 1987. Con la consueta travolgente energia, "Hỳbris" interroga l'antico rapporto natura/cultura ed è dedicato al "corpo senz'organi": queste parole definivano la più estrema ricerca teatrale secondo uno dei grandi maestri che hanno unito teatro e follia, Antonin Artaud.
    Lo spettacolo è dunque un'indagine attorno al rapporto tra natura e cultura, sull'esistenza dell'uomo, sulla sua tracotanza: l'hỳbris infatti nell'antica Grecia era il sentimento che portava gli uomini a sentirsi più potenti della propria natura, un sentimento di prepotenza che li spingeva a rivoltarsi contro l'ordine costituito, divino o umano. Azioni che conducevano a una inevitabile punizione. "L'essere è prigioniero del corpo, - spiegano i due autori - fascinato dall'onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungete la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara.
    Le gabbie naturali imposte dal mondo legiferano della nascita, della crescita e della cultura, ma la morte è come al solito insabbiata; ai bambolotti queste cose sembrano inutili sofferenze, anche volgarità. La porta attraversata dal corpo, che è di cervello e profondamente pigro, si trasforma in un portale nel vuoto; al bordo del precipizio si può immaginare un mondo alternativo ma il bambolo si lascia abitare da chiunque, di ognuno prende un pezzo, uno spunto, sicuro e consapevole di dare una direzione sua alle cose. La spina dorsale si allunga e si anima: finalmente si divide". (ANSA).
   

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