I nipoti ti danno una felicità, una botta di adrenalina, un senso della vita. Pensi che farai cose che serviranno a loro, anche se tu non ci sarai più.
Prima in libreria con le "Storie vere di un mondo immaginario.
Cinque racconti delle Cinque terre" (ed Baldini + Castoldi) e ora a teatro con "Malefici", suo primo musical per famiglie, prodotto da Fondazione Aida e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, al debutto in prima nazionale il 22 gennaio al Fausto Melotti di Rovereto (TN) con la regia di Manuel Renga e le musiche originali di Eleonora Beddini, nell'ambito della rassegna Anch'io a teatro con mamma e papà (il 29 sarà a Gorizia, il 5 marzo a Varese e il 2 aprile a Moglia - MN).
"Quando mi hanno proposto di scrivere questa drammaturgia mi sono sentito come Shakespeare. Ora mi toccherà girare con il golf a collo alto come gli autori seri", scherza, raccontando all'ANSA il progetto. Tutto parte da due domande: com'erano, da bambini, i cattivi delle fiabe? E perché sono diventati cattivi? "I nostri protagonisti sono Grimilde, la strega di Biancaneve, Jafar di Aladdin, Ursula della Sirenetta e il Lupo di Cappuccetto Rosso", prosegue Vergassola, che in primavere sarà su Sky e Now tra i viaggiatori del nuovo Pechino Express in coppia con la figlia Caterina, nel team Gli #ipocondriaci.
"Grimilde - dice - è ossessionata dall'idea di essere bella: se un tempo c'era lo specchio a testimoniare la sua bellezza, oggi la strega si fa direttamente i selfie con lo smartphone. Jafar è antipatico e scorbutico, ma non c'è spigolo caratteriale che non possa essere smussato e accettato. Ursula finalmente può fare a meno di avere una voce potente, perché oggi ci sono i microfoni a dare manforte. Infine, c'è il Lupo cattivo, che in realtà è vegano, ma si vergogna ad ammetterlo in pubblico". Nella storia, scritta con Elisabetta Tulli, i quattro ragazzi si ritrovano ai piedi di un grande palazzo gotico, ignari di prendere l'ascensore per andare tutti all'ultimo piano, dallo stesso psicologo. E nella lunga salita si ritrovano ad affrontare i propri disagi e piccole manie.
"È solo raccontandole, condividendole, che svaniscono le paure - prosegue l'attore che nel musical presta la voce all'ascensore -Gli amici veri non sono i followers dei social. Ma quelli che tutti i giorni al bar ti prendono per i fondelli, ma poi se buchi la gomma dell'auto corrono anche nel cuore della notte. I miei amici di oggi sono gli stessi che venivano con me alle elementari e alle medie, perché con gli amici di vecchia data non devi fingere di essere qualcun altro: è una fatica in meno, che trovo terapeutica". Ma Vergassola bambino e poi papà e nonno, che rapporto ha con le favole? "Mia mamma - ricorda - mi raccontava quelle dei fratelli Grimm: terribili perché sono nate per spaventare i bambini. A casa non avevamo libri tanto eravamo poveri. Ma quando mi portava con sé, nelle case dove prestava servizio per le pulizie, mi ritrovavo davanti alle librerie di quei bambini. È così che ho scoperto Topolino e Linus. Con mio figlio, invece, avevamo un gioco: ero sempre fuori per lavoro, ma costruivamo una storia e ogni volta ne aggiungevamo un pezzo.
Credo lo faccia tutto il mondo, ma ci sembrava una cosa solo nostra, molto intima. Con i nipoti oggi - sorride - con loro ci inventiamo di tutto".
Dario Vergassola, a teatro i Malefici e poi Pechino Express
Attore firma drrammaturgia musical ripensando cattivi favole