Cultura

In scena Storia di Irena Sendler 'madre' del ghetto Varsavia

Domani e 31 gennaio lo spettacolo di Giordano al Nuovo di Napoli

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 29 GEN - La tragedia degli ebrei polacchi vittime dello sterminio nazista domani e mercoledì 31 gennaio in scena al Teatro Nuovo di Napoli (ore 11.00) in 'Irena Sendler, la terza Madre del Ghetto di Varsavia' di Roberto Giordano, tratto dall'omonimo testo patrocinato Amnesty International Italia. È la storia dell'infermiera e assistente sociale polacca proclamata Giusta tra le Nazioni nel 1965 per aver salvato, con i suoi collaboratori, più di 2500 bambini del Ghetto di Varsavia tra la fine del 1940 e la primavera del 1943. Sul palco, con lo stesso regista e attore Giordano, ci sono Federica Aiello, Chiara Esposito, Greta Giordano, Mario Migliaccio, Fabio Sacc, Gabriella Cerino. Elaborazioni musicali di Mariano Bellopede, consulenza per le ricerche storico-letterarie di Suzana Glavaš, scenografia di Giuseppe Giordano. L'evento è realizzato con il contributo del Fondo Psmsad Inps e il patrocinio dell'Ambasciata di Polonia a Roma e del Consolato Onorario della Polonia in Napoli.
    A Varsavia, in quegli anni, erano stati confinati quasi 500.000 ebrei, molti dei quali bambini, che morirono di fame e di tifo nel ghetto o nei campi di sterminio. L'opera racconta il volto del Male rappresentato dalla follia nazista con dei flashback realizzati grazie a ricerca storico documentaristica, ma anche il volto del Bene, quello di Irena Sendler.
    "Era il 12 maggio 2008 - racconta Roberto Giordano - quando lessi della scomparsa di Irena Sendler. Incredulo di ciò che avevo letto mi chiesi come mai una storia così importante non fosse stata ancora diffusa e cominciai a mettere da parte notizie, annotare date, prendere appunti. Nell'estate del 2015 decisi di allestire lo spettacolo. Dopo aver rifiutato una scrittura importante presso un teatro prestigioso di Napoli, ho finalmente debuttato nel suggestivo sito del Succorpo dell'Annunziata, grazie all'Assessore alla Cultura di Napoli Nino Daniele e alla professoressa Suzana Glavaš, che ha voluto fortemente la pubblicazione del testo teatrale". (ANSA).
   

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