Cultura

Sabina Guzzanti con Liberidì Liberidà inizia dal Piemonte

Il 30 giugno un monologo essenziale e come sempre corrosivo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 GIU - Cosa significhi essere veramente liberi in un'epoca di grandi cambiamenti e incertezze? È tutto pronto in Piemonte, nel Canavese, per la prima nazionale del nuovo spettacolo di Sabina Guzzanti, "Liberidì Liberidà", domenica 30 giugno alle 21.00 nella cornice del Castello di San Giorgio Canavese (TO) all'interno del Festival della Reciprocità.
    Lo spettacolo è uno degli eventi speciali della rassegna, giunta alla III edizione, che vede i comuni piemontesi di Agliè, Castellamonte e San Giorgio Canavese, superare i propri confini amministrativi per dar vita a un unico cartellone culturale.
    Da sempre in prima linea nel mettere sotto accusa il potere e la classe dirigente nazionale, Sabina Guzzanti torna a incontrare il suo pubblico con un monologo essenziale e come sempre corrosivo. "Da ormai un paio d'anni, Guzzanti, figlia, sorella e soprattutto madre di tanti orfani dei bei tempi andati, - spiega - si dedica al dialogo sia con Meloni che con Schlein, con l'unico obiettivo di attenuare il danno. Un lavoro impegnativo, spesso estenuante, portato avanti con abnegazione e sacrificio e senza che nulla gliene venga in tasca. Di qui l'idea di cominciare a monetizzare questa attività con una serie di conferenze spettacolo, che i giovani d'oggi chiamano stand up comedy, sul nostro presente travagliato. Ovviamente non si parlerà solo di politica ma anche di argomenti veramente importanti come lo sviluppo tecnologico in mano a 4 esaltati irresponsabili e più in generale di come conservare una qualche forma di dignità nel XXI secolo".
    Il Festival della Reciprocità, anche quest'anno, prosegue fino ad ottobre con un fitto calendario di appuntamenti artistici, culturali ed enogastronomici. Nella stagione 2024 ci sarà il concerto dei Bluebeaters, il 13 luglio ad Agliè, e il 1/o Festival della Canzone Popolare - Costantino Nigra con la direzione artistica di Ambrogio Sparagna, uno degli etnomusicologi più noti e influenti d'Italia. (ANSA).
   

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