Cultura

Alla Biennale teatro i comici oggetti di Miet Warlop

un divertissement pieno di invenzioni come una comica finale

Redazione Ansa

(di Paolo Petroni) (ANSA) - VENEZIA, 20 GIU - Un divertissement vagamente surreale, fine a se stesso, una drammaturgia degli oggetti che si antropomorfizzano almeno parzialmente, visto che tutti hanno le gambe, un'invenzione comica senza parole attorno a una casetta di cartone è ' 'After all Springville'' della belga Miet Warlop col sostanziale contributo dei costumi di Sofie Durnez.
    Alla Biennale Teatro l'autrice-regista torna dopo cinque anni e, anche allora, ''Mistery magnet'' aveva una trama fatta di forme e figure che prendevano teatralmente vita nelle maniere più buffe e stravaganti e quella volta molto giocate sul colore.
    Adesso tutto ha il piatto beige del cartone con le gambe vestite di nero come nerovestiti sono gli attori che compaiono e interloquiscono con gli oggetti. E questi hanno una loro forma di curiosità verso gli umani che spesso agiscono come loro, muovendosi a scatti, guardandosi attorno, interrogativi e intimoriti con sospettosi sguardi di sguincio o in tralice, esprimendosi con vocalizzi e suoni come sottolineatura delle mimiche smorfie di stupore, di divertimento, di complicità quasi da cartone animato.
    Ecco una scatola di cartone, sempre con due gambe e scarpe da ginnastica, da cui fuoriesce un tubo che si accorcia e cresce come il naso di Pinocchio curiosando attorno; ecco una cassetta metallica di un quadro elettrico che fa contatto e crea fiammate e scintille sino a morire schiantata; ecco un tavolo tondo con tovaglia bianca che prima fa cadere un vaso di vetro con i fiori, poi porta in giro, sulle sue gambe con calze e tacchi a spillo, un'apparecchiatura di tre tazze, tre flute e una bottiglia di spumante, in un curioso scontro-incontro con gli altri e con gli umani anch'essi particolari, da un personaggio altissimo a un paio di pantaloni senza busto e testa, come fosse una parte segata (il rumore che viene da dentro la casa è quello) del precedente, o un uomo che entra in scena letteralmente lanciato fuori di casa dalla finestra.
    Quaranta minuti comici di divertimento con figure solo apparentemente scollegate, oggetti in cerca d'autore, sbuffi di fumo colorato, invenzioni che paiono quelle sperimentate da tanto teatro ragazzi. Nel loro agire c'è una vena comica astratta, non grossolana, al di fuori di una qualsiasi storia, con echi da comica finale muta e una specie di sottile crescendo ritmico e letterale, visto che alla fine la casa esplode per il gonfiarsi spropositato di vari serpentoni di gomma che invadono, atterrano e schiacciano tutto e tutti, arrivando a premere sugli spettatori della prima fila della platea, quasi a volerli coinvolgere, se vogliamo cercare un qualche senso, in una concreta impossibilità di comunicare realmente, di incontrarsi normalmente. (ANSA).
   

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