Cultura

Dopo le vacanze, alla Scala un 'giovane' Cappello di paglia

Team under 40 e cantanti dell'Accademia per l'opera di Nino Rota

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 09 LUG - Il cappello di paglia di Firenze, composto da Nino Rota su libretto della madre Erminia e pubblicato nel 1955, andato in scena alla Scala con le regie di due leggende come Giorgio Strehler e Pier Luigi Pizzi, torna nel teatro milanese dal 4 settembre con un progetto ambizioso ed essenzialmente giovane.
    E non è giovane solo perché in questa produzione della stagione lirica, la Scala ha scelto di affidare i ruoli ai cantanti dell'Accademia ma perché servono artisti atletici per affrontare questa rappresentazione della commedia degli errori, ideata da una squadra di regia altrettanto giovane. A guidarla è il trentasettenne Mario Acampa (attore, conduttore e regista che nel teatro milanese ha firmato la serie per i ragazzi Lalla & Scali e...), che ha scelto di dare una opportunità ad altri giovani "come in passato è capitato a me", racconta. E così per i costumi ha scelto la trentatreenne Chiara Amaltea Ciarelli, che ha realizzato, insieme alla sartoria scaligera, circa 120 abiti tipici degli anni '50 con alcuni echi fantastici per la festa della Baronessa, e per il progetto scenico il ventiseienne Riccardo Sgaramella. "Probabilmente siamo la squadra più giovane che ha lavorato alla Scala, con un progetto fra i più complessi" osserva il regista. Con loro un direttore di grande esperienza, Donato Renzetti, e la coreografa Anna Olkhovaya. Le prove sono già iniziate ai laboratori scaligeri dell'Ansaldo e riprenderanno, dopo la pausa estiva, il 21 agosto alla Scala La storia è ambientata in una cappelleria negli anni '50, dove il protagonista Fadinard fa le pulizie. Una gigantesca scena su due piani di un diametro di 18 metri che gira e permette allo spettatore di seguire l'azione che si sposta in ogni stanza della fabbrica con un effetto cinematografico. Un effetto da cinema che, secondo Acampa, si trova anche nella musica composta da Rota, famoso per le sue colonne sonore (da quelle dei film di Fellini al Padrino II con cui ha vinto l'Oscar).
    In questo allestimento non è il cavallo di Fadinard, che deve sposare Elena, a mangiare il cappello di Anaide mentre lei si trova con l'amante Emilio, ma è un'aspirapolvere a distruggerlo.
    E tutta la vicenda, il tentativo di trovare un cappello uguale ad Anaide perché il marito Beaupertuis non si accorga del suo tradimento, il rivolgersi alla baronessa, la serie di equivoci e il lieto fine è un sogno che Fadinard fa dopo essere stato picchiato. E poi si risveglia nella condizione iniziale "potrebbe essere un risveglio amaro ma c'è una sorpresa - promette Acampa - E' una storia di amore e riscatto". (ANSA).
   

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