(di Elisabetta Stefanelli)
La regista Laura Ruocco non ama che sia definito un musical, ma lo spettacolo teatral-musicale andato in scena in prima assoluta a Ravenna nell'ambito del Ravenna festival dedicato alla storia di Samia Yusuf Omar, è un musical con la M maiuscola. Dopo la prima dell'8 luglio 2024 al Teatro Alighieri di Ravenna, la trasposizione teatrale del romanzo di Giuseppe Catozzella Non dirmi che hai paura trasforma la tragedia della campionessa olimpionica scomparsa tra le onde del Mediterraneo, in una rocambolesca avventura di suoni e di luci altamente evocativi.
Al ritorno da Pechino, con in testa l'obbiettivo delle Olimpiadi di Londra, Samia abbandona la Somalia, oramai in pieno regime integralista e intraprende il calvario del viaggio dei migranti, unica soluzione per poter gareggiare e arrivare in Inghilterra.
Lo spettacolo, nato da un'idea di Giorgia Massaro (Samia) e scritto anche dallo stesso Catozzella, alterna in un'ora e 45min senza intervallo, momenti di narrazione veri e propri a situazioni di grande evocazione e suggestione emotiva.
Determinante la parte musicale, con cinque brani di classici di Peter Gabriel, alternati alle musiche elettroniche originali firmate dal giovane talento, compositore e contrabbassista dell'Orchestra giovanile Luigi Cherubini, Alessandro Baldessari, che ha curato anche gli arrangiamenti. Protagonista una straordinaria Giorgia Massaro nei panni di Samia, che alterna la recitazione alla danza, e accanto a lei anche nomi molto noti come quello di Jonis Bascir (il toccante padre Aabe), di Helen Tesfazghi (la ribelle sorella Hodan). E poi ancora alcuni protagonisti della scena del teatro musicale come Brian Boccuni (Ahmed) , Maria Chiara Di Giacomo (la madre) e Elisa Lombardi (Fawday), personaggio creato apposta per la trasposizione teatrale, una sorta di coro greco e coscienza. Reduce dalla serie Zero di Netflix, Madior Fall, invece, debutta qui felicemente in teatro nel ruolo coprotagonista di Alì, l'amico fraterno, compagno della passione della corsa da bambino, che si improvvisa allenatore fino a quando la situazione precipita e la guerra lo inghiotte. Poi ancora Eleonora Di Luca ed Edoardo Grimaldi e Maya Cito, giovanissimi talenti nei panni di Samia, Alì e Hodan bambini. Le scenografie sono di Matteo Benvenuti, le luci di Emanuele Agliati.
Lo spettacolo si avvale giustamente anche di due grandi patrocini, quello di Unhcr e di Coni e coinvolge Hadi Tiranvipour e Mahdia Sharifi, due atleti di taekwondo che appartengono al programma olimpico per i rifugiati perchè non c'è modo migliore per far arrivare al grande pubblico, attraverso uno spettacolo di grande efficacia scenica, una storia così importante capace di toccare le coscienze di quella parte del mondo che cerca di rimuovere il dramma che si consuma nelle nostre acque. (ANSA).