Cultura

Turandot grande videogioco, a Caracalla l' omaggio a Puccini

La Cina al tempo delle favole diventa sogno in un mondo virtuale

Redazione Ansa

(di Luciano Fioramonti) (ANSA) - ROMA, 17 LUG - Anche nell' isolamento del mondo virtuale creato da Internet è l' amore a rappresentare l' unica possibile via d' uscita. Si spinge nell' ipnotico e alienante universo di un grande videogioco la lettura di Turandot scelta dal regista Francesco Micheli per l' omaggio che il Caracalla Festival tributa a Puccini nel centenario della morte. Così la gelida principessa che elimina i pretendenti incapaci di risolvere i suoi tre enigmi diventa l' avatar di una giovane 'hikikomori', simbolo del numero sempre più alto di ragazzi abituati ormai a vivere rinchiusi nella loro stanza perennemente connessi al computer e al telefonino. Il progetto scenografico bianco e astratto pensato da Massimiliano e Doriana Fuksas si presta a farsi schermo per i video di Luca Scarzella, Michele Innocente e Matteo Castiglioni, e le luci di Alessandro Carletti davvero suggestivi amplificati anche dai torrioni dei resti delle Terme con un effetto molto più efficace di quanto avviene in Tosca, l' altro titolo del tributo del Festival al compositore, ma è l' assenza totale di scenografie a costituire anche qui un limite. L' evocazione della Cina al tempo delle favole in cui è ambientato il dramma è affidata esclusivamente ai bei costumi di Giada Masi ma continua a non rivelarsi azzeccata l' idea di decentrare le scene: la giovane al computer, filo conduttore dell' intera vicenda, è su un lato estremo del palcoscenico costringendo gli spettatori a spostare continuamente la testa per seguire i movimenti dei cantanti e i testi sui maxischermi. Il pubblico della prima ha salutato con calore il direttore Donato Renzetti e i protagonisti, in particolare il Calaf di Luciano Ganci e a Maria Grazia Schiavo per la sua intensa Liù, e poi Angela Meade al debutto a Caracalla nel ruolo del titolo, Haris Adrianos (Ping), Marcello Nardis (Pong) e Marco Miglietta (Pang). Applausi anche a Ciro Visco per l' ottima prova del Coro, questa volta in buca accanto con gli orchestrali. La versione di Turandot proposta a Caracalla si conclude con la morte di Liù, senza il finale scritto da Franco Alfano dopo la morte del compositore. Puccini non era riuscito a completare l' opera - nonostante avesse avuto tutto il tempo per farlo - con il previsto duetto tra Calaf e Turandot e il trionfo dell' amore, capace di sciogliere il gelo interiore della principessa. Il sacrificio della schiava che sceglie di uccidersi piuttosto che rivelare il nome di Calaf, di cui è innamorata non ricambiata, rende quindi Liù la figura centrale del dramma. Nello scenario delle Terme trasformate in un gigantesco videogame, comunque, c' è spazio per un filo di speranza: il mondo virtuale e quello reale riescono a trovare, infine, un punto di contatto perchè la giovane hikikomori esce della sua stanza per unirsi in un lungo abbraccio con il suo alter ego Turandot. Lo spettacolo avrà sette repliche fino al 10 agosto con l' alternanza di Lise Lindstrom nel ruolo del titolo, Brian Jagde e Arsen Soghomonyan in Calaf, e Juliana Grigoryan in Liù. (ANSA).
   

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