Cultura

Grande successo per Der Rosenkavalier alla Scala

Ovazione al maestro Petrenko, applausi a tutti gli interpreti

Redazione Ansa

Un debutto, alla direzione di un'opera alla Scala, tanto atteso quanto trionfale quello di Kirill Petrenko, direttore dei Berliner Philharmoniker, che ieri sera ha suscitato gli entusiastici applausi del pubblico sul podio dell'orchestra scaligera in 'Der Rosenkavalier' di Richard Strauss.

Il lavoro è quello firmato da Harry Kupfer nel 2014 a Salisburgo, che è arrivato alla Scala nel 2016 con la direzione di Zubin Mehta e che ieri come otto anni fa è piaciuto molto al pubblico milanese, che ha tributato dieci minuti di applausi e grida di 'bravi!' agli interpreti principali: Krassimira Stoyanova nei panni della Marescialla, Günther Groissböck nella parte del Barone Ochs (entrambi negli stessi ruoli nel lavoro del 2016), Kate Lindsay nei panni en travesti di Octavian e Sabine Devieilhe nel ruolo di Sophie. Applausi anche al coro della Scala diretto da Alberto Malazzi e ai bambini del coro di voci bianche dell'Accademia scaligera guidati da Marco De Gaspari e a tutti gli altri interpreti.

L'opera, con il libretto di Hugo von Hofmannsthal, racconta la vicenda a lieto fine, che Strauss ambienta a Vienna nei primi anni del regno di Maria Teresa, di un triangolo amoroso (con un intreccio da opera buffa che ricorda la commedia dell'arte) che vede dapprima l'amore fra la matura Marescialla e il suo giovanissimo amante Octavian, poi il sentimento che scatta fulmineo e intenso fra lo stesso Octavian e la coetanea Sophie, promessa da suo padre al barone Ochs, personaggio arido e imbarazzante che mentre 'contratta' col suocero e il notaio il matrimonio, arriva a cercare un approccio con una servetta paesana che in realtà è lo stesso Octavian travestito. Alla fine la scoperta dell'intrigo e la messa alla berlina del barone, redarguito e allontanato dalla stessa Marescialla che ama tanto il suo Octavian da lasciarlo libero di amare Sophie.

Kupfer, qui ripreso dalla regista Derek Gimpel, racconta l'opera con una scena semplice ed elegante (realizzata da Hans Schavernoch) dominata da fondali con gigantografie in bianco e nero di vedute architettoniche della Hofburg, il famoso palazzo viennese che fu casa degli Asburgo. Arredi moderni, costumi senza tempo realizzati da Yan Tax. Colori dominanti il bianco e il nero.

La musica di Strauss penetra fin nelle pieghe della vicenda umana tra la Marescialla, Octavian e Sophie, entrando con dolcezza in ogni sentimento, ma sottolineando anche il comportamento becero del barone e la comica presa in giro, da parte di una serie di personaggi, che ne decretano la sconfitta.

La lettura che ne ha dato Petrenko ha colpito e appassionato il pubblico scaligero, che alla fine, ma già anche all'inizio del terzo atto, lo ha applaudito con convinzione ed entusiasmo.

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