Cultura

La regina Elisabetta di Livermore, in bilico e sempre sola

Successo al Massimo di Palermo per la messa in scena dell'opera

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 23 OTT - Una prima nazionale il 22 ottobre al Teatro Massimo di Palermo con "Elisabetta, regina d'Inghilterra" di Gioachino Rossini. Successo e gradimento unanime, applausi anche a scena aperta. Da 53 anni mancava dal palcoscenico palermitano e in genere non è un'opera che si esegue spesso. E con tutta evidenza non mancano le ragioni, non è certo il miglior Rossini. Ma questa volta il Rossini Opera Festival che coproduce lo spettacolo con il Teatro Massimo hanno trovato il regista capace di far resuscitare qualunque opera: Davide Livermore. Ed ecco che l'invenzione è servita, con il suo meraviglioso staff il regista torinese può fare quel che vuole, dilatare un'opera nel tempo e nello spazio, disegnare il palcoscenico per omaggiare l'autore e il teatro stesso.
    Ieri sera lo spazio rappresentava un salotto con mobili e divani, total white, e in bilico, obliqui, perché quando si parla di potere, di una Corona, tutto è in bilico, tristemente precario. Che ci sia una guerra, che si sia sotto le bombe o sorvolati da aerei, anche in tempi di pace il potere è sempre in bilico. Tutto può sparire come spazzato dal vento, ed ecco il simbolo stesso di Elisabetta, il cervo, animale nobile e solitario, che ogni giorno rischia la vita. La regina è sola per definizione, che si tratti della prima o della seconda Elisabetta, la solitudine è ciò che la definisce e accompagna i suoi giorni.
    La scena cangiante, elegante e bellissima di Giò Forma, si accompagna ai videodesign di D-Wok che più volte abbiamo apprezzato, e alle luci di Nicolas Bovey, che rendono conto dello stato d'animo dei personaggi. Strepitosi sono i costumi del pluripremiato Gianluca Falaschi, il coro alla sua entrata sembra quasi una sfilata di Balenciaga. Tutto questo ha fatto uno spettacolo di successo insieme alla direzione di Antonino Fogliani, gesto misurato e preciso e gli interpreti dalla bella regina, Nino Machaidze, grande agilità per la impervia tessitura che Rossini scrisse per tutte le voci femminili dell'opera.
    Ottima prova per la Matilde di Salome Jicia, il Leicester di Enea Scala e l'emozionato Norfolc di Ruzil Gatin che ha recuperato. Bellissimo il concertato che chiude il primo atto e i duetti dove compare il vero Rossini.
    Si replica fino al 29 ottobre. (ANSA).
   

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