Cultura

Nasce il premio teatrale Maurizio Costanzo per i detenuti

Il primo progetto dell'associazione nata da un'idea dei figli

Redazione Ansa

(di Laura Valentini) (ANSA) - ROMA, 23 OTT - Un premio intitolato alla memoria di Maurizio Costanzo che coniuga la sua grande passione per il teatro con l'impegno civile che lo ha visto per tanti anni vicino al mondo delle carceri. È questo il primo progetto della neonata "Associazione Maurizio Costanzo", realtà benefica che nasce da un'idea dei tre figli Camilla, Saverio e Gabriele, insieme ad alcuni degli amici e collaboratori più stretti di Costanzo e che è stato presentato oggi sul palco del teatro Parioli Costanzo, da oggi sede dell'associazione.
    "Siamo emozionati - racconta Camilla Costanzo - perché anche se papà è morto da un anno e mezzo sembra sia passato un minuto... Con i miei fratelli e altre persone amiche abbiamo deciso di dar vita a questa associazione perché siamo convinti che papà sia stato un patrimonio di tutti e vogliamo portare avanti le sue battaglie civili". Ecco dunque l'idea di realizzare, insieme al teatro Parioli, il 'Premio Teatrale Maurizio Costanzo', dedicato ad un tema che è sempre stato molto a cuore al grande giornalista, fin dai tempi del programma tv 'Altrove', quello degli istituti di pena. Il premio sarà aperto a tutte le istituzioni carcerarie italiane: ogni compagnia teatrale che vi opera potrà presentare uno o più spettacoli, realizzati dai detenuti, e i lavori saranno valutati da una giuria di esperti presieduta dal regista teatrale e conduttore Pino Strabioli. "Il testo vincitore sarà messo in scena qui al teatro Parioli il 20 maggio" spiega Camilla Costanzo.
    A firmare l'accordo che sancisce l'avvio del progetto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove che, al fianco del capo del Dap Giovanni Russo, ha preso parte alla presentazione con, in platea, anche tanti allievi agenti e allievi commissari della Scuola di polizia. "Costanzo, oltre che uomo di profonda cultura, mai ostentata, era uomo di grande equilibrio che tuttavia - osserva Delmastro - sapeva che con la mafia non doveva esserci equilibrio, tanto che decise di puntarci contro in modo frontale, con un coraggio straordinario" e con gesti eclatanti come quello di bruciare la maglietta con la scritta 'mafia made in Italy'. Da autore tv "Costanzo è entrato negli istituti e ha dato voce a tutti", ai detenuti e alle guardie carcerarie, "perché - afferma ancora Delmastro - nella sua profonda cultura nazional-popolare c'era quello che disse un altro intramontabile, Pasolini, secondo cui gli uomini in divisa sono i veri figli del popolo".
    Nelle 191 carceri italiane esistono 150 laboratori teatrali e 120 compagnie: "e accanto ai detenuti che recitano - spiega Russo - tanti altri partecipano ai lavori come scenografi, truccatori, costumisti", misurandosi con professioni che possono costituire occasioni di riscatto una volta riacquistata la libertà. "Anche così si combatte il rischio che le persone in detenzione possano essere attirate nelle grinfie della criminalità oppure si può allontanarle dal miraggio dello stereotipo criminale in cui hanno vissuto", conclude il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. (ANSA).
   

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