Cultura

Brizzi, la cultura woke uccide la libertà di ridere

Pintus, "solo un comico può raccontare cose serie"

Redazione Ansa

'Dove osano le cicogne' di Fausto Brizzi è una commedia 'leggera leggera' declinata in favola con tanto di bambini, un'intera classe elementare, che sarà nei cinema dal 1° gennaio 2025 e in anteprima dal 31 dicembre. Certo nella storia della coppia protagonista, composta da Angelo (Angelo Pintus), maestro elementare amatissimo per i suoi metodi, e dalla psichiatra Marta (Marta Zoboli), c'è un'ombra: i due non riescono ad avere figli, ma la cosa sembra essere risolta da Andrea (Andrea Perroni), infermiere romano doc a Milano e miglior amico di Angelo. È infatti lui che suggerisce alla coppia di adottare una soluzione spagnola, ovvero l'utero in affitto messo a disposizione a Barcellona dalla giovane Luce (Beatrice Arnera) che però si piazzerà a casa loro a Milano piena di capricci e pretese.
    In questa storia due gli elementi comici ben collaudati: un grande Antonio Catania, preside tutto d'un pezzo che proprio non sopporta i metodi didattici di Angelo, e Tullio Solenghi, suocero sempre di Angelo, ex carabiniere anche troppo pronto a far rispettare la legge anche ora che è in pensione.
    Il film, prodotto da Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited, PiperFilm e Filippo Cipriano per Lovit in collaborazione con Netflix è distribuito da PiperFilm e ha nel cast anche: Imma Piro e Maria Amelia Monti. "Certo quello dell'utero in affitto è un tema importante - dice oggi a Roma Fausto Brizzi - . L'obiettivo certo resta sempre quello di scatenare risate, ma se poi qualcuno si mette anche a riflettere tanto meglio. Fa parte della tradizione della commedia all'italiana". Sottolinea invece Angelo Pintus: "Di che parliamo? Solo un comico può raccontare cose serie".
    Come si spiega la crisi della commedia italiana al box office? "Credo ci siano molti problemi in questo momento - risponde il regista di Notte prima degli esami all'ANSA -: la mancanza di protagonisti, ovvero di ricambio generazionale. Io, ad esempio, con questo film sto provando a rinnovare, ho fatto un cast completamente nuovo. Tra i problemi c'è poi quello dell'autocensura degli autori in questi ultimi anni per la cultura woke, ma io rivendico in pieno la libertà di ridere di qualsiasi argomento. In questo film facciamo battute scorrette e proponiamo anche comportamenti scorretti. Il principio è stato: se fa ridere lo mettiamo. Infine, ultima cosa, la commedia in questi ultimi anni è stata un po' staccata dall'attualità, spero ora che questo collegamento si stia riallacciando anche se raccontare l'oggi è davvero difficile, perché l'attualità è sempre più veloce dei progetti".
    Come mai questa fascinazione per Pintus? "Chiunque va a vedere un suo spettacolo due volte si accorge che non è mai lo stesso - dice ancora Brizzi -. Lui non ha mai un testo, non è un attore brillante che fa ridere, ma un comico naturale capace di fare uno spettacolo sull'articolo di giornale che ha appena letto. Questa è la scuola dei villaggi vacanze in cui si è formato". Progetti futuri? "Ho scritto - conclude Brizzi - un altro film per Pintus che farò più in là, nel 2026, perché lui ha un tour teatrale piuttosto importante, nel frattempo l'anno prossimo girerò un altro film che non posso però rivelare".
   

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