Cultura

Gianni Schicchi di Puccini al Teatro Comunale di Modena

Il 21 e 22 dicembre con i talenti del corso di perfezionamento

Redazione Ansa

(ANSA) - MODENA, 19 DIC - La stagione lirica del Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena prosegue il 21 dicembre alle 20 (replica il 22 alle 15.30) con l'atto unico Gianni Schicchi, la sola composizione comica di Giacomo Puccini. L'opera, che richiede un cast numeroso e diversificato, si vedrà in uno spettacolo che il regista Stefano Monti aveva firmato con successo per gli allievi di Mirella Freni nel 2017 e viene ripreso per i talenti internazionali del corso di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Comunale sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo. Nel contesto dello stesso programma di formazione, l'opera verrà trasmessa in diretta streaming dagli studenti del corso di comunicazione in video sul canale YouTube del Teatro.
    La parte musicale dello spettacolo è affidata alla direzione di Luciano Acocella alla guida dell'Orchestra Filarmonica Italiana. Nel corso della serata, il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena consegnerà due borse di studio ai cantanti più meritevoli del Corso.
    Composta nel 1917-18, l'opera costituisce la parte finale del Trittico, i tre atti unici originariamente scritti da Puccini per essere rappresentati in un'unica serata sebbene la fortuna di Gianni Schicchi l'abbiano resa autonoma, spesso messa in scena da sola o in altri contesti. Fra le arie celebri, "O mio babbino caro", uno dei brani più popolari dell'intero repertorio operistico. L'opera debuttò al Metropolitan di New York e fu un successo immediato, raccogliendo l'entusiasmo del pubblico per il suo trascinante umorismo supportato da un ritmo comico incessante. La vicenda, tratta dalla Commedia di Dante, rimanda al 1299: Gianni Schicchi, faccendiere noto in tutta Firenze per le sue trovate acute, viene chiamato dai parenti di Buoso Donati, un ricco mercante appena defunto, perché escogiti un modo per salvarli da un'incresciosa situazione: il loro congiunto ha lasciato in eredità i propri beni al vicino convento di frati... Da questo episodio, il librettista Giovacchino Forzano e Puccini ricavarono una delle pagine più divertenti e appassionanti dell'opera italiana ormai alle soglie della modernità. (ANSA).
   

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