Cultura

Progetto di riscoperta di Aphra Behn al Teatro Due di Parma

Spettacolo, convegno e letture sulla scrittrice inglese del '600

Progetto di riscoperta di Aphra Behn al Teatro Due di Parma

Redazione Ansa

(ANSA) - PARMA, 15 FEB - "Tutte le donne insieme dovrebbero cospargere di fiori la tomba di Aphra Behn.. . perché fu lei a guadagnare loro il diritto di dar voce alla propria mente", lo scrisse Virginia Woolf a proposito della drammaturga e scrittrice Aphra Behn, pioniera e regina della letteratura inglese, vissuta tra il 1640 e il 1689, il cui nome è conosciuto quasi esclusivamente all'interno del mondo accademico. Ad Aphra Behn la Fondazione Teatro Due dedicherà un ampio progetto di riscoperta, "L'imperatrice della luna", in programma nelle prossime settimane. Il focus comprende la messinscena in prima nazionale de L'avventuriero (dal 12/3), la sua pièce più importante, il convegno internazionale Aphra Behn tra Pagina e Teatro realizzato in collaborazione con l'Università di Parma (20 e 21/3) e una serie di letture dal vivo di alcune opere particolarmente significative. La sua vita è avvolta nel mistero, ma ciò che si sa è quanto mai affascinante: - è stato spiegato alla presentazione del progetto - prima di diventare un'acclamata autrice di commedie nell'Inghilterra della Restaurazione, Aphra Behn sembra aver trascorso gli anni della sua giovinezza in Suriname, è stata spia per conto del Re d'Inghilterra (nome in codice Astrea, in seguito utilizzato come nome d'arte), ed è finita in prigione per debiti".
    Rimasta vedova, iniziò a scrivere per guadagnarsi da vivere, prima donna a farlo nella tradizione anglosassone. Libera e audace, dedita "al piacere e alla poesia" scrive e pubblica commedie, opere in prosa e poesie, tutte contraddistinte da grande innovazione nelle forme e soprattutto nei temi, che affrontano erotismo e sessualità in maniera raffinatamente schietta e spregiudicata. In vita ebbe un grandissimo successo, nonostante le critiche e le ostilità di un mondo misogino e impreparato a tanta emancipazione intellettuale, ma dopo la sua morte la critica l'ha a lungo confinata ai margini del canone letterario, bollandola come autrice minore e figura immorale. Il suo nome sarà rivalutato grazie alla critica femminista degli anni '70. (ANSA).
   

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