"In occasione dell'anniversario della sua nascita ho preso la mia moto e sono andato al cimitero del Verano. Dopo aver parcheggiato, ho cominciato a cercare la tomba dove sapevo che era sepolto Alberto Sordi, avevo fatto una ricerca su internet, avevo portato con me dei fiori, e l'ho trovata". A raccontarlo, durante una pausa delle riprese a Roma ("non posso mangiare, vede, sono dimagrito, sto a dieta, allora fumiamoci 'sta sigaretta"), è Edoardo Pesce, sul set a Valle Giulia di 'Alberto', film tv prodotto da Sergio Giussani per Ocean Productions, che racconterà la vita di Sordi dal '37 al '54 la messa in onda su Rai1 è prevista in occasione del centenario della nascita dell'attore. In una calda giornata di inizio agosto si gira davanti all'Accademia Belgica (Villa Borghese ndr). La regia è di Luca Manfredi. Pesce interpreta la difficile parte di uno dei volti italiani più amati di tutti i tempi.
Luca Manfredi: "Il mio Sordi inedito e privato"
Che ha fatto davanti al loculo di Sordi?: "Io sono ateo confesso, ma una preghierina si l'ho fatta dai!... poi ho parlato", ammette. Ma a chi, mi perdoni? "A lui: 'Signor Sordi non mi faccia fare brutte figure, lei che nella sua carriera non le ha mai fatte ed è amatissimo ancora a distanza di tanti anni", risponde. Pesce aggiunge: "Non è tutto: vede, porto sempre con me un amuleto, me lo ha dato Luca Manfredi, apparteneva a sua madre ed era stato proprio Sordi a regalarglielo. Un portachiavi. Insomma spero mi porti fortuna". Si tratta di una nuova importante interpretazione per Pesce che quest'anno abbiamo apprezzato nei panni di Franco Califano nello straordinario e commovente biopic 'Io Sono Mia' con Serena Rossi, dopo averlo visto nel fil Dogman di Garrone, con cui si è aggiudicato il David di Donatello.
Parlando poi con il resto della stampa, Pesce spiega: "Quando mi hanno contattato per questo progetto ho detto: va bene, ma Sordi chi lo fa? Nel senso che mi sembrava una scommessa talmente enorme, ho pensato a 'sto giro mi gioco tutto, anche se il faccione c'è". Per quanto riguarda la voce, quella di Albertone "era inconfondibile bassa, la mia più baritonale, non la imito certo. Mi sono limitato a vestire una maschera, ho fatto il mio Sordi. Mi sono buttato, non mi sono messo a studiare com'era, non volevo imitarlo. Ovvero indossando la maschera di Alberto Sordi come un napoletano indosserebbe quella di Pulcinella, senza andare direttamente verso Alberto Sordi che è un'impresa titanica".
"Quando Edoardo ha fatto il provino, un anno fa - assicura Manfredi - è stato eccezionale. Non era un provino, ha girato tre scene: era Sordi". "Cerchiamo di dare al pubblico un Sordi riconoscibile, senza fare la macchietta - aggiunge il regista - sveliamo il suo lato privato. Molti amici di mio figlio, che ha diciotto anni, non sanno chi fosse mio padre, o lo conoscono poco. Era bello e doveroso rendere omaggio a un grande artista. Come è stato nel caso di In arte Nino con Elio Germano perfetto nel ruolo di papà, anche in questo film abbiamo trovato l'interprete perfetto. Edoardo è diventato Sordi, con le sue fragilità e i suoi complessi".
"Mi sono fatto guidare dalla pancia", sottolinea ancora Pesce. "Penso che sia importante l'umanità. Non avendo avuto la fortuna di conoscerlo, cerco i punti in comune. Riconosco una certa romanità, le espressioni che ho sempre sentito in casa, è il modo di parlare dei miei nonni. Il film di Sordi che preferisco è Il vedovo. Sto crescendo insieme al personaggio". Scritto da Manfredi con Dido Castelli, 'Alberto' si concentra sul periodo dal 1937 al 1954: diciotto anni alla conquista del pubblico e della fama, con il giovane Sordi che diventa la voce di Oliver Hardy, è sul palco con l'avanspettacolo, poi incontra Fellini. Diventa una sorta di stalker di Vittorio De Sica (Francesco Foti) perché spera di poter lavorare con lui. Ma 'Alberto' racconta anche il Sordi meno conosciuto, quello privato, la lunga storia d'amore con Andreina Pagnani (interpretata da Pia Lanciotti), che aveva 15 anni più di lui, il rapporto profondo con la madre Maria (Paola Tiziana Cruciani) e col padre Pietro (Massimo Wertmuller). Nel cast anche Lillo Petrolo che vestirà i panni di Aldo Fabrizi. La storia inizia quando Sordi viene espulso dall'Accademia di recitazione dei Filodrammatici a Milano e termina col trionfo di Un americano a Roma di Steno. La scena di "Maccarone m'hai provocato e io te distruggo" si vedrà sui titoli di coda ma sarà quella autentica. Teme giudizi? "Si, certamente quello di Carlo Verdone: è capace di stroncarmi, guai a chi gli tocca Sordi, speriamo bene", conclude l'attore