"Il pubblico riconosce alla Rai la capacità di fare un prodotto adeguato, con una qualità che percepisce in maniera positiva sia rispetto al tradizionale prodotto radiotelevisivo, sia con riguardo alle iniziative di RaiPlay. La fiction, l'intrattenimento e i programmi per bambini trovano un riscontro particolarmente favorevole. Sull'immagine del brand, sulla corporate reputation, che pure è positiva, bisogna invece migliorare e lavorare ancora". Così Maurizio Rastrello, responsabile della Struttura Bilancio Sociale della Rai, sintetizza alcuni elementi del documento relativo alla gestione 2019, approvato dall'assemblea lo scorso 26 giugno e poi pubblicato. "E' un'occasione per raccontare a tutti, cittadini e istituzioni, come la Rai svolge la missione di servizio pubblico, sia con le attività interne all'azienda sia con quelle che coinvolgono il sistema paese - spiega all'ANSA Rastrello -. Diamo un quadro di quello che siamo, negli aspetti positivi e in quelli che sono ancora da migliorare". Nell'analisi della parte riguardante l'offerta, sono state messe in evidenza le ricerche che il marketing svolge con importanti istituti, per evidenziare la capacità dell'azienda di promuovere la coesione sociale e di genere e di essere rispettosa dei principi di imparzialità e indipendenza. Nonostante il bilancio riguardi il 2019, si è voluto anche dar conto dell'attività svolta durante la pandemia, in particolare con le iniziative per la formazione a distanza, e con la riorganizzazione che ha consentito ad oltre 6000 persone di lavorare in smart working. Tra i capitoli quello che riguarda le politiche ambientali. "Dal bilancio emerge lo sforzo di perseguire l'Agenda 2030 dell'Onu, con tutti i risvolti sui temi della vivibilità del pianeta - aggiunge Rastrello -. Non solo nell'ottica di rispondere ai problemi dell'ecosistema, ma anche con riferimento agli aspetti di carattere sociale, come la fame, la povertà, le diseguaglianze. Un reticolo articolato cui la Rai risponde in maniera diversa, con prodotti multipiattaforma". Va avanti anche il progetto Plastic free, che, partito nel 2019, dovrebbe portare, nonostante i rallentamenti dovuti all'incremento dei prodotti monouso nel corso della pandemia, all'eliminazione della plastica in azienda in un triennio. Di rilievo anche l'impatto sul sistema paese, sia in termini economici e occupazionali, che ha l'azienda. Per ogni euro di canone ricevuto - si evidenzia nel bilancio sociale -, la Rai è in grado di generare 1,33 euro di impatto sul Pil. I lavoratori assunti nel complesso, compreso l'indotto che genera la tv pubblica, sono 25 mila. "Per questo è importante investire in Rai, dare valore a quello che fa la tv pubblica - sottolinea Rastrello -. Credo che il paese abbia bisogno di un servizio pubblico rispondente alle proprie necessità". Nel confronto con gli altri servizi pubblici, la Rai, in termini di finanziamento pubblico, è sempre posizionata in coda rispetto a Germania, Inghilterra, Francia, ma negli investimenti per la programmazione la Rai spende più di tutti gli altri in termini percentuali. Rispetto ad altri paesi la quota di canone che arriva effettivamente in azienda è 74 euro, l'82% della quota pagata dai cittadini, contro non meno del 95% degli altri servizi pubblici. "Questo - spiega Rastrello - dà evidenza del fatto che, essendo quello della Rai un sistema misto, la pubblicità è necessaria per compensare gli introiti inferiori legati al canone". Sul fronte della parità di genere - aggiunge il direttore -, "oltre a promuovere, con la fiction in particolare, messaggi in questa direzione, a livello di retribuzioni e di ruoli ricoperti in azienda, la Rai sta colmando il gap che viene da un passato in cui questo tema era meno sentito".
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