Cultura

Selvaggia Lucarelli, "Morta mia madre, di Covid e compromessi"

Accettati per continuare a vivere, lasciando indietro i fragili

Redazione Ansa

"Questa mattina presto mia madre, Nadia, è morta. È morta di Covid e di compromessi. I compromessi che tutti abbiamo accettato per continuare a vivere, lasciando inevitabilmente indietro qualcuno. Quelli come lei, nella maggior parte dei casi: i fragili". E' il triste annuncio fatto sui social da Selvaggia Lucarelli nel giorno della morte di sua madre che aveva 78 anni.

    "Non sono arrabbiata - spiega la giornalista e giudice di Ballando con le Stelle - perché io stessa ho ripreso il passo veloce di chi ha urgenza di vivere. E so che mia madre, che era prima di tutto una donna generosa, altruista, sempre in pena per il mondo, avrebbe barattato - anche consapevolmente - il suo sacrificio per il nipote che torna a scuola, per me che torno a viaggiare, per suo marito che può passeggiare nel parco, per la vita di tutti che ricomincia a germogliare. Mi piace pensare che se ne sia andata all'alba per questo: per salutarci tutti e augurarci una bella giornata, "correte, non vi preoccupate per me". Come era lei, come ha vissuto". 

La Lucarelli in  serata ha partecipato a Ballando come giurata e ha ricevuto le condoglianze e la vicinanza della conduttrice Milly carlucci: "Siamo un po' come nella canzone i clown che sorridono sempre. Per questo a noi capita di essere in pista, di essere davanti a voi anche in momenti difficili della nostra vita e dobbiamo continuare a sorridere. Ed è per questo che ora voglio stringere la mano a Selvaggia" ha detto al conduttrice. La Lucarelli ha ringraziato mentre tutto lo studio applaudiva. 
   
La giornalista anche a inizio novembre aveva parlato della mamma Nadia sui social raccontando del suo ricovero: "Oggi nessuna notizia. Mia madre - aveva denunciato - non parla, ha l'Alzheimer, non ha telefono, non è in grado di usarlo. Dalle 17 proviamo a chiamare sia io che mio fratello.
    "Chiami dopo". Poi telefono occupato. Poi musichetta. Poi "chiami quando c'è il cambio turno'. Arriviamo alle 21.
    Finalmente un medico mi parla. Ma a stento parla italiano, sembra straniero. Fatto sta che mi dice tre parole tirate fuori con il forcipe: "Come ieri, né meglio né peggio. Magari domani facciamo ricovero". "Ma si è liberato un posto in reparto?".  "Domani vediamo". Fine. "Eh ma la sanità lombarda.."".

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