Parte domani e si chiamerà '5 minuti' la nuova striscia di Bruno Vespa che ogni sera, dal lunedì al venerdì, dopo il Tg1 delle 20 racconterà l'Italia agli spettatori della prima rete Rai.
"Si parte con Giorgia Meloni perché da tradizione quando do il via ad un nuovo programma invito sempre il presidente del Consiglio - spiega il conduttore in un'intervista con l'ANSA -. Mi ha molto colpito la sua visita a Kiev, perché penso che abbia rafforzato la prospettiva politica di sostegno all'Ucraina. Mi farebbe piacere che tutti i leader facessero una visita in Ucraina, perché certe cose bisogna toccarle con mano: quando le vedi da vicino non resti certo indifferente. Giuseppe Conte verrà la settimana prossima e con Stefano Bonaccini, se sarà eletto segretario del Pd, abbiamo un appuntamento poco più avanti".
Le dichiarazioni di Zelensky su Berlusconi nella conferenza stampa congiunta di Kiev hanno fatto discutere. Le sono apparse inopportune?
"Zelensky forse se la poteva risparmiare, ma mi apre che la Meloni abbia fatto notare che quello che conta è la tenuta dell'alleanza, che ha sempre votato compatta a favore dei provvedimenti sull'Ucraina. Lega e Forza Italia avanzano però spesso dei distinguo. Le sembra traballante questa maggioranza? Non la vedo traballante. Hanno ampi numeri in Parlamento. Ci sono visioni diverse, ma questo accade nel centrosinistra e nel centrodestra. Fa parte del gioco. Quello che conta e che abbiano un programma e lo portino avanti".
Come sarà strutturato il programma? Ci sarà sempre un ospite?
"La costruzione del programma è totalmente libera. Ci saranno alcune immagini ad introdurre l'ospite o il tema della serata, ma per il resto ogni puntata partirà con un foglio bianco: nessuna limitazione, tranne quella del tempo. Sarà una formula totalmente flessibile".
Dove verrà girato?
"Gireremo in un angolo dello studio di Porta a Porta, anche per una questione di praticità e di costi. Stasera faremo vedere lo studio al Tg1. Anche la squadra sarà quella di Porta a Porta, che manterrà sempre la sua collocazione in seconda serata. Tutti in azienda sanno che c'è uno squilibrio negli approfondimenti in Rai, anche perché - fatta eccezione per TG2 Post - l'unica voce moderata è collocata in tarda serata. Che ci sia anche una voce moderata in uno spicchio di prima serata, ma bipartisan nell'assegnazione dei tempi e degli spazi, mi pare un modo per garantire riequilibrio e pluralismo".
Ci sono state polemiche sia per la possibile concorrenza interna con il programma di Marco Damilano su Rai3 che con il Tg2 delle 20.30.
Il programma andrà in onda dalle 20.32 alle 20.37, proprio per non accavallarsi con il Cavallo e la Torre. Sono pubblici assolutamente diversi. Il mio pubblico aspetta Amadeus, che arriverà subito dopo con il suo game show. Il pubblico di Damilano aspetta 'Un posto al sole'. Sono mondi diversamente fidelizzati. Poi i maniaci dell'informazione possono vedere sia l'uno che l'altro.
Sono stati sollevati dubbi, anche in cda, sugli aspetti economici legati al programma.
Mi chiedo perché si parli degli aspetti economici solo per Vespa. Sono stati siglati contratti sostanziosi per programmi che non sono andati oltre il 2 per cento, ma appena si discute di un mio contratto si sollevano discussioni e questo dura ormai da decenni.
E' vero, come si legge sulla stampa, che è diventato il consigliere più fidato di Giorgia Meloni?
E' una stupidaggine assoluta, una cosa del tutto impensabile. Meloni non ha certo bisogno dei miei consigli.
E' una striscia molto ambita, nella fascia che raccoglie il massimo di pubblico. Anche se lei è un veterano dell'informazione, sente il peso della sfida?
Certo, è una sfida importante. Faccio ogni cosa che se fosse il primo giorno, mai sedersi e mai immaginare di fare qualunque cosa senza il giusto impegno e la giusta valutazione dei rischi. E' una grossa occasione, anche perché la striscia è stata condotta da colleghi importanti come Biagi, Ferrara o Battista.
E' rimasto deluso dalla gestione della presenza di Zelensky a Sanremo, di cui è stato in qualche modo promotore?
Chiariamo una cosa: non sono stato il promotore. Zelensky ci ha fatto sapere che voleva venire a Sanremo. Io ne ho parlato con l'ad e insieme ci siamo rivolti ad Amadeus, che ci ha comunicato che l'avrebbe ospitato nell'ultima serata del Festival, cosa che ho riferito a Zelensky. Mandare il suo messaggio alle 2.15 mi è parso francamente eccessivo, anche perché poco dopo ha aperto il Festival di Berlino.
Nei giorni scorsi si è spento Maurizio Costanzo, che rapporto avevate?
Per me è stato uno choc perché non sembrava che stesse malissimo. Sono andato alla fine dello scorso anno a trovarlo ed è stato gentile e squisito come sempre. Se ne va un pezzo importantissimo di tv, di storia del giornalismo, ma anche dello spettacolo. Ha avuto tanti di quegli ospiti... magari li avessi io. Gli ho sempre detto: 'sei mio padre', perché ha fatto nascere la seconda serata d'informazione. Eravamo amici, abbiamo fatto una serata insieme in occasione della guerra nel Kosovo, ma avremmo voluto farne altre.
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