I salamini e l'immancabile lisca di pesce che a lungo fu anche la sua firma, insieme ai personaggi colorati, pesanti e un po' volgari. Un tratto inconfondibile per raccontare l'Italia popolare con disincanto ironico.
Nel documentario è lui stesso a raccontare il suo percorso di vita e d'arte, attraverso le sue apparizioni in TV dal 1962 al 1997 e le interviste radiofoniche, mentre la narrazione di episodi realmente vissuti dal disegnatore molisano è affidata all'attore Giovanni Sorenti. Per la figlia Silvia, che sorridendo lo definisce "un fratello minore dispettoso", Jac aveva un lato molto oscuro, ma esorcizzava la sua depressione e le sue manie le lavorando ore e ore alle tavole che hanno segnato il tempo del nostro Paese. Una lettura critica dei suoi fumetti la dà, invece, lo scrittore e giornalista Goffredo Fofi, accanito lettore fin da bambino del Vittorioso, la rivista dove Jacovitti era la penna più illustre.
Il critico letterario Gianni Brunoro - analizzando i suoi fumetti più noti - spiega, invece, quanto sia stato importante per Jac il rapporto con il cinema, a partire dall'amicizia con Fellini e il colorista di Jacovitti, l'illustratore Luca Salvagno, lo descrive come una persona affettuosa e dolce, nonostante il suo aspetto burbero, e con un enorme rispetto per i suoi lettori. Edgardo Colabelli, infine, che per amore dei fumetti di Jac ha aperto il Museo Jacovitti a Roma, ricorda il suo incontro col disegnatore ed è convinto che, con il suo celeberrimo Diario Vitt, "l'umorismo di Jacovitti ha fatto crescere diverse generazioni". (ANSA).
Jacovitti, 100 anni dalla nascita, speciale su Rai Storia
Puntata di 'Italiani' dedicata al grande disegnatore