Cultura

Sceneggiatori in sciopero, al buio i late show in tv

Stop a Abbott Elementary, Yellowjacket e Cobra Kai e cortei

Sceneggiatori in sciopero, al buio i late show in tv

Redazione Ansa

Show della notte al buio per lo sciopero degli sceneggiatori che ha anche chiuso le writers room di serie tv come Abbott Elementary, Cobra Kai e Yellowjacket. I primi effetti dell'agitazione dichiarata alla vigilia del primo maggio cominciano a farsi sentire sui palinsesti tv, anche se per il grande pubblico le conseguenze sono ancora di là da venire. Mentre cortei di militanti cingevano d'assedio gli studi Disney a Los Angeles e, a New York, un centro su Fifth Avenue dove era in corso un evento Peacock con i vertici di NBCUniversal e gli inserzionisti, ha fatto le spese della prima agitazione della Writers Guild of America in 15 anni Pete Davidson: il comico ex fidanzato con Kim Kardashian doveva tornare a condurre Saturday Night Live, lo show satirico della Nbc di cui per anni è stato tra i protagonisti, ma SNL, i cui copioni sono aggiornati fino al momento di andare in onda, ha cancellato la puntata del 6 maggio.    
Gli scioperanti hanno trovato sponda a Capitol Hill: "L'anno scorso otto Ceo di Hollywood hanno guadagnato quasi 800 milioni di dollari, mentre le paghe degli sceneggiatori della tv sono scese del 23% negli ultimi dieci anni. Sono con loro", ha dichiarato su Twitter il senatore ed ex candidato presidenziale Bernie Sanders, a cui si sono uniti i colleghi Dem della Camera Adam Schiff e Katie Porter che rappresentano la California. "No contract, no content", era uno degli slogan gridati dai sindacalisti a Manhattan, tra questi il commediografo Tony Kushner (Angels in America e The Fabelsman) e il creatore di Dopesick Danny Strong. Come nel 2007, quando lo sciopero durò cento giorni, i primi a cadere sono stati i talk show di tarda serata: con la sola eccezione di Guttfeld della Fox che non ha aderito, i programmi per nottambuli si sono attrezzati a mandare in onda repliche. L'impatto su serie e film si vedrà solo se lo sciopero si prolungherà oltre l'estate. Potrebbe essere l'inizio di una stagione sindacale molto calda visto che anche i contratti della Directors Guild (il sindacato dei registi) e della Sag (attori) scadono a giugno. Ma anche in quel caso, come nota l'Hollywood Reporter, l'abbondanza di contenuti già disponibili in streaming isolerà probabilmente gli spettatori dall'impatto delle agitazioni, a differenza di quanto avvenne nel 2007 quando erano i grandi network a dominare l'intrattenimento della prima serata.     Stavolta lo sciopero potrebbe rappresentare un'occasione per serie originate fuori dagli Usa: "Abbiamo una vasta base di nuovi show e film da tutto il mondo", ha detto Ted Sarandos, il co-Ceo di Netflix durante una comunicazione agli azionisti in aprile.

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