Cultura

Verdone, cinema italiano? Chiediamoci cosa gli manca

Da 15/9 su Paramount+ la 2/a stagione della serie Vita da Carlo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 SET - "Con il cinema italiano stiamo sempre là, io guardo il Cinetel e ci sono in cima sempre Barbie e Oppenheimer. C'è qualche film italiano che tenta qualcosa in più ma è difficile. Interroghiamoci su questo senza farci troppe masturbazioni, perché non si prendano attori italiani per interpretare nostre icone. Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano. Ha risposto bene Sofia Coppola è il regista l'autore che sceglie". Lo dice Carlo Verdone, alla conferenza stampa per la seconda stagione della serie in 10 episodi da regista (coadiuvato da Valerio Vestoso), coautore e protagonista (prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis) tra autobiografia e invenzione di Vita da Carlo, al debutto su Paramount+ dal 15 settembre.
    Nel cast, con Verdone, tra ritorni, new entry e cameo, Sangiovanni, Ludovica Martino, Max Tortora, Caterina De Angelis, Antonio Bannò, Monica Guerritore,Filippo Contri, Stefania Rocca, Claudia Potenza, Maria Paiato, Fabio Traversa, Claudia Gerini, Christian De Sica, Gabriele Muccino, Zlatan Ibrahimovic, Maria De Filippi. "Hanno chiuso troppe sale - aggiunge Verdone -. Dobbiamo riflettere su cosa manca al nostro cinema, se il pubblico vuole altri attori, più novità, che si azzardi di più. I risultati mi impensieriscono, Io mi auguro che si riprenda, ma probabilmente si deve cambiare qualcosa nella scrittura. Sono certamente dispiaciuto perché io sono nato col cinema. mi manca tantissimo". Abbiamo "tanti bravi attori, ma non si riesce a invogliare il pubblico, sembra che ormai la sua fruizione per il cinema italiano sia quella di casa su un piccolo schermo e spesso nemmeno quella". I risultati di Barbie, sono un successo per cinema in generale e gli esercenti "ma non per il cinema italiano. Comunque è un film con un'idea dentro. Io come sono entrato sono uscito, altri però ne hanno colto più aspetti" Per Aurelio De Laurentiis, negli ultimi anni "i film italiani sono molto brutti, mal scritti. Durante i David ho sentito delle affermazioni così vecchi e stantie, come che non bisogna pensare al pubblico quando si fa un film. Per me Il pubblico, è sempre il mio driver, l'ho sempre trattato con grande rispetto".
    (ANSA).
   

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