"Il segno delle donne oggi? Per me è anche riconoscere chi ha fatto la differenza prima di noi, magari non sbandierandosi palesemente femminista, ma creando un disegno diverso per chi sarebbe arrivata dopo". A raccontare all'ANSA è l'attrice Paola Minaccioni, pronta a calarsi nei panni di una grande del cinema e della tv come Ave Ninchi (1915 - 1997).
Un viaggio per raccontare quelle figure femminili che hanno fatto la differenza e cambiato la Storia italiana, con sei "faccia a faccia" tra Angela Rafanelli e sei attrici che prestano volto, immagine e voce ad altrettante eccellenze femminili dallo spettacolo allo sport, dal cinema alla scienza.
Si parte, nella prima puntata, con Tosca D'Aquino nei panni dell'attrice e drammaturga Titina De Filippo. E si prosegue con Arianna Ninchi e Ada Pace, in arte Sayonara, leggenda dell'automobilismo italiano; e poi Caterina Corbi e la burattinaia e scenografa Maria Signorelli; Donatella Finocchiaro con Maria Montessori, tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia e colei che ha rivoluzionato l'educazione infantile in tutto il mondo; Ilenia Pastorelli e Marta Abba, la musa di Luigi Pirandello. Mercoledì 8 novembre, con Paola Minaccioni rivivrà invece Ave Ninchi, artista dall'animo gentile e dalla spumeggiante vis comica, che risponderà ad Angela Rafanelli attraverso le parole delle sue lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici. "Ave Ninchi era un'artista d'altri tempi ma anche una donna estremamente contemporanea", racconta Paola Minaccioni, che dal 2 novembre sarà anche al cinema con La guerra del Tiburtino III di Luna Gualano e da gennaio a teatro con Stupida Show per Carrozzeria Orfeo. "Ha saputo proporre un modello di femminilità che fosse affine all'immaginario sociale - prosegue - ovvero quello di una casalinga, di una donna accogliente e forte. Però non si è fatta mai problemi, ad esempio, per la sua immagine. Ed essendo un'attrice, sicuramente, avrà subito un po' di pressioni. Ha avuto l'intelligenza di accettarsi".
Innamorata del teatro sin da bambina, quando vide suo zio Annibale in scena, diplomata all'Accademia d'arte drammatica appena fondata da Silvio D'Amico, dopo il varietà Ave Ninchi esordì al cinema con Aldo Fabrizi nel 1944, divenendo ben presto una delle attrici più richieste del cinema italiano. Premiata con il Nastro D'Argento nel 1947 per Vivere in Pace di Luigi Zampa, seppe reinventarsi in tv, pioniera dei primi programmi di cucina condotti insieme al critico enogastronomico Luigi Veronelli.
"Non ho avuto occasione di conoscerla di persona - dice ancora Minaccioni - Ma è stata davvero una grande protagonista della commedia italiana. La ammiro non solo per i ruoli che ha avuto: chi non vorrebbe recitare accanto a Totò? - sorride - Ma per la capacità di cambiare genere, passando anche dal cinema alla tv, al tempo cosa non usuale. E poi per la sua apertura mentale: ha vissuto tutta la vita con uomo già impegnato, Antonio Giannello, da cui ebbe la figlia Marina, senza mai sposarsi. Ecco, è una di quelle donne cha ha lasciato il segno, che ha condotto le sue battaglie, senza sbandierarle - conclude - Oggi? La cultura si sta rinnovando. Penso anche alle tante colleghe attrici che debuttano alla regia: finalmente avremo sempre più anche un altro punto di vista sul mondo, non solo quello maschile. Io? Se avessi una storia forte, che sentissi mia, perché no, mi piacerebbe anche dirigerla".
Minaccioni, porto Ave Ninchi in tv, donna libera e pioniera
Tra protagoniste de Il segno delle donne dall'1/11 su Rai Storia