Durissimo sfogo di Melissa Satta che denuncia come, alla fine di un anno per lei difficilissimo, sia stata definita da alcuni media, in maggior parte britannici, "allo scopo di rendere più gustosa la notizia" sulla fine della sua relazione con il tennista Matteo Berettini "in modo allucinante", addirittura con titoli come "sex addicted", una definizione ingiusta e che la "lacera profondamente". "La violenza psicologica - dice - è grave quanto quella fisica".
"Per un anno ho preso secchiate di m...a per la mia relazione appena conclusa", prosegue, e "adesso che è giunta al termine ancora una volta devo subire queste cose. E io lo trovo inaccettabile. Ora prenderò provvedimenti seri con i miei avvocati". La Satta ricorda, che prima di essere un personaggio pubblico, è una donna e una mamma di un bambino di 10 anni, nato dalla relazione con Kevin Prince Boateng, "che va a scuola e ha dei compagni con cui parla".
"Non voglio strumentalizzare il sessismo - spiega ancora - né voglio cedere alla facile tentazione di richiamare fatti di cronaca che quotidianamente vedono donne subire i gesti insani di qualche mente disturbata, ma credo che sia tempo che la stampa si assuma le proprie responsabilità e svolga il ruolo dell'informazione secondo i consueti canoni di verità e correttezza evitando di trasmettere messaggi (in internet si generano come una forma di virulenta epidemia) che possono sortire effetti devastanti nelle menti più labili".
Dopo essersi scusata con i giornalisti che svolgono questo mestiere con "consapevolezza, impegno e preparazione", dice di essere "decisa ad andare fino in fondo e denunciare qualunque ripugnante imbrattatore di giornali dovesse cedere alla tentazioni di denigrarmi in maniera così immotivata e gratuita e di porre in pericolo la mia stessa incolumità personale!". "Credo che questa non sia una battaglia personale ma una conquista di civiltà", scrive sui social in una lettera firmata insieme al suo avvocato Marcello D'Onofrio.
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