Cultura

Damilano, in Rai servono partecipazione democratica e resistenza

Al Libro Possibile il giornalista, che tornerà su Rai 3

Redazione Ansa

(ANSA) - POLIGNANO A MARE, 12 LUG - "Penso che la Rai sia servizio pubblico e l'informazione è un bene comune, come la sanità o la scuola. È un servizio essenziale. Chi fa servizio pubblico da qui deve partire. La Rai è un luogo dove esercitare partecipazione democratica, vigilanza, responsabilità e resistenza". Lo ha detto all'ANSA Marco Damilano, commentando le polemiche di questi giorni sull'azienda pubblica e la sua scelta di rimanere: tornerà infatti su Rai 3 con la nuova stagione del suo programma di approfondimento in access, Il cavallo e la torre.
    Il giornalista ha toccato il tema al termine dell'incontro del quale è stato protagonista con Filippo Ceccarelli (autore del libro sul Cavaliere, 'B - Una vita troppo', ndr), alla 23/a edizione del Libro Possibile, il festival sostenuto da Pirelli, in corso a Polignano a Mare fino al 13 luglio e poi dal 23 al 27 luglio a Vieste. Nella conversazione sul palco, moderata da Enzo Magistà, Damilano è partito dal suo saggio La mia piccola Patria - Storia corale di un paese che esiste (Rizzoli), racconto di 80 anni di storia d'Italia, dal 1943 a oggi, dalla Resistenza alle nuove sfide. "Oggi c'è un'Italia diversa. Ottant'anni fa la democrazia era una grande promessa di futuro, mentre oggi quella promessa sembra essere stata tradita. Abbiamo visto alle ultime elezioni europee, che più della metà del Paese non è andato a votare, vuol dire che le persone non ci credono più.
    Questa è la grande differenza e tutti quelli che fanno politica, a partire da chi sta al governo dovrebbe preoccuparsene, anziché contendersi quella parte sempre più minoritaria di elettorato che ancora va a votare".
    Fra i temi del dialogo condotto insieme a Ceccarelli, c'è anche la scelta di dedicare l'aeroporto di Malpensa a Berlusconi ("fatemi dire che preferisco il murale dedicato a Michela Murgia nel quinto municipio di Roma") e l'impatto del leader di Forza Italia sul Paese: "Lui era un personaggio che conosceva un solo tempo verbale, il presente. Non ha quasi mai parlato di passato, se non per la sua biografia. Berlusconi non c'è più ma questo Paese che lui in qualche modo ha plasmato si ritrova in un eterno brutto presente, come in gabbia, ed ha seri problemi a pensare al futuro. È un Truman show dove non ci sono più né Truman, né lo show". (ANSA).
   

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