Cultura

Corrado, 100 anni tra garbo e ironia e torna La Corrida

Il suo programma cult ad ottobre sul Nove con Amadeus

Redazione Ansa

Impossibile dimenticare quella garbata, inimitabile, ironia. Normalità, semplicità, sobrietà e umiltà sono caratteristiche che lo hanno reso popolare e amato. Corrado Mantoni per il pubblico semplicemente Corrado, per Totò il presentatore "scognomato" nato a Roma il 2 agosto 1924 saranno 100 anni dalla nascita (a giugno sono trascorsi 25 dalla morte) impossibile dimenticarsi di lui che la televisione l'ha vista nascere, l'ha attraversata, e ha saputo dargli il suo personalissimo tocco di originalità all'insegna dell'educazione, della lingua italiana perfetta, della curiosità e dell'ironia british. Ciclicamente Corrado ritorna, attraverso la sua creazione più celebre, La Corrida (prima in radio tra fischi e campanacci, poi approdata in in tv su Canale 5 dal 1986), il programma che dava l'occasione ai "dilettanti allo sbaraglio" di mettersi in mostra cantando, ballando, proponendo spettacoli a volte fantasiosi altre inguardabili, e inascoltabili. Diciamo che il reality show lo ha inventato Corrado o almeno ha messo le basi. La forza del programma è sopravvissuta a lui: nel tempo si sono alternati a condurre La Corrida Gerry Scotti su Canale 5, Flavio Insinna e Carlo Conti su Rai1. Il prossimo sarà Amadeus, che per la suo nuova sfida sul Nove ad ottobre. Marina Donato detiene (con il figlio di Corrado) i diritti del format (fermo da quattro anni). Marina e Corrado avevano 25 anni di differenza (lei 24 e lui 49) quando è iniziata la loro relazione. Si sono spostati, dopo 23 anni di convivenza, nel 1996. Ma Corrado prima di approdare nelle televisione appena nata, negli anni Cinquanta, aveva già alle spalle un'esperienza in radio: speaker del radiogiornale in tempo di guerra, annunciò lui la fine della seconda guerra mondiale e la vittoria referendaria della Repubblica sulla Monarchia, 'voce amica' dei militari nel dopoguerra con le trasmissioni per le Forze Armate (Radio Naja), inventando una nuova maniera di fare radio, coinvolgente e confidenziale. Fu poi colonna dell'intrattenimento radiofonico Rai con programmi di successo come Corrado fermo posta, Corrado otto e mezzo, Rosso e nero, che poi porto' anche in tv. Con l'avvento del piccolo schermo, insieme a Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo tenne a battesimo le prime trasmissioni sperimentali della televisione italiana. "Mi dissero che ero 'telegenico' - raccontava - ma poi non mi chiamavano. Ci vollero apparizioni casuali e apprezzamenti dei giornali nei miei confronti perchè la situazione si sbloccasse". Il primo grande successo televisivo nel 1960 fu proprio Rosso e Nero, nel quale fu affiancato da Sofia Loren. Fu poi la volta de "L'amico del giaguaro", di "Canzonissima" con la Carrà a mostrare l'ombelico nel tuca-tuca, della prima "Domenica in" che condusse per quattro stagioni dal 1976 al 1979 per lasciare poi il testimone proprio al Pippo Nazionale. Calco' da presentatore anche il palco del Festival di Sanremo. Corrado, ricordano a La Storia Siamo Noi, e' stato anche autore di successo, firmando quasi tutti i suoi programmi. Con lo pseudonimo di Corima, nascono successi indimenticabili, tra cui 'Domenica In' nel 1978, trasmissione che raccoglie subito il favore del pubblico. Un successo interrotto tre anni dopo dall'incidente stradale nel quale rimase ferita Dora Moroni, la sua valletta di allora. La vicenda (Corrado era alla guida dell'auto) ebbe strascichi pesanti sulla sua carriera e lo segno' nel profondo. Ma "lo scognomato" non rifuggiva dalle sfide e negli anni Ottanta con l'affermazione della televisione privata, accettò l'invito di Silvio Berlusconi a trasferirsi armi, bagagli e ironia sulle nascenti reti Fininvest e da lì non si spostò piu'. "Un distacco naturale", lo definì, non lasciando trasparire mai ne' nostalgia ne' amarezza nei confronti di Mamma Rai. Del resto, era nella sua natura: in oltre 50 anni di carriera, tra radio e tv, cercò sempre di rimanere fuori da polemiche e pettegolezzi. Si congedo' dal grande pubblico durante l'ultima puntata della sua Corrida, nel dicembre del 1997, quando, commosso, recitò una poesia di commiato.

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