Cultura

Monteleone, su Rai2 inchieste e confronto con la realtà

Da ottobre ogni giovedì. "Telemeloni? In Rai c'è pluralismo"

Redazione Ansa

"Quasi sicuramente anticiperemo la partenza al 3 ottobre. Primo perché ci sono le elezioni americane e sarebbe un peccato non poterle raccontare, poi perché i nostri concorrenti partono prima". Antonino Monteleone, volto nuovo dell'informazione Rai per la prossima stagione, annuncia in un'intervista all'ANSA che il suo programma 'L'altra Italia', in onda il giovedì in prima serata su Rai 2 vedrà la luce prima del 7 novembre, data resa nota ai palinsesti. Dovrà vedersela con 'Piazzapulita' di Corrado Formigli su La7 e con 'Dritto e rovescio' di Paolo Del Debbio su Retequattro.
    "Sarà una contesa serrata - spiega il conduttore -. Con Formigli tra l'altro sono cresciuto, è il mio maestro. Sono due programmi più organizzati, ma noi abbiamo una squadra già pronta". Tra gli inviati Luca Rosini, Sara Giudice, Francesca Ronchin e Selenia Orzella. "L'età media è bassa - prosegue -. Io ho 39 anni e per la tv sono un bambino. E' una sfida che ci fa tremare le gambe e ci entusiasma. Ogni giovedì proporremo un pezzo di una durata importante attorno al quale ruoterà la puntata. Copriremo l'attualità, ma non vogliamo essere ostaggi degli eventi. La dipendenza dalla cronaca genera frustrazione".
    "Vogliamo spiegare che l'Occidente che non è finito - afferma -. Ultimamente ha preso piede una narrazione secondo cui l'Occidente è colpevole ed è in declino, ma resta sempre un'isola di democrazia. Questa cosa dovremmo ricordarla quando guardiamo alla Russia e alla Cina come leader del nuovo ordine mondiale". Tra gli argomenti, gli esteri con le elezioni americane e le guerre, a partire da quella tra Russia e Ucraina, tra le quali - sostiene il conduttore - "non c'è nessuna equivalenza morale, c'è un invaso e un invasore". Poi l'Italia con le periferie, il disagio economico, il gap tra Nord e Sud, la criminalità, il tema energetico, il welfare delle madri, le condizioni carcerarie e la magistratura, che "i giornalisti - aggiunge - fanno spesso fatica a criticare". "Vogliamo costringere la politica a guardare di più la realtà, obbligarla a misurarsi con quello che vive la gente comune", sottolinea.
    Trentatré puntate da circa 140 minuti, dalle 21.25 a poco prima di della mezzanotte. "La prima ora sarà dedicata all'attualità, la seconda ruoterà attorno a un'inchiesta sulla quale proveremo a interpellare la politica". Una collocazione prestigiosa, che un tempo fu di Michele Santoro e poi occupata per un periodo da 'Nemo'. "Il confronto con Santoro mi può solo motivare - afferma -. Sono in totale disaccordo con lui sulle guerre, ma se potessi ruberei tutto del suo racconto televisivo.
    'Nemo' è stata un'esperienza grandiosa, ma noi avremo un modo diverso di rivolgerci al pubblico. Conserviamo, comunque, la sua presenza in studio, perché dà calore e consente un feedback immediato. Ci sarà anche un piccolo spazio di confronto tra due parlamentari nel corso del quale mi limiterò a fare l'arbitro".
    Monteleone è diventato noto con 'Le Iene', che vanta un pubblico con un'età media di 47 anni. "L'ambizione è arrivare a un pubblico giovane, che spesso diserta i programmi di informazione, senza trascurare gli altri spettatori - fa sapere -. Penso che l'obiettivo della Rai non sia fare share, ma trattare tutti gli argomenti e dare spazio alle diverse visioni.
    Appena parte una trasmissione nuova c'è chi subito la crocifigge, ma non esiste un programma di informazione che non abbia avuto una partenza lenta. La tv, soprattutto d'informazione, è fatta anche di abitudine. Noi proveremo ad imporci con la qualità dei contenuti e una platea di ospiti diversa da quelli che di solito si vedono in tv".
    "La Rai - sostiene ancora - è estremamente maltrattata, ma produce un sacco di contenuti di qualità. Si parla di Telemeloni, ma non esiste una piattaforma con tanto pluralismo.
    Vedo Damilano, Ranucci, Iacona. Si estremizza sempre. Altra cosa è nascondersi dietro un dito: da sempre l'editore della Rai è il governo. Si discute da tempo di una riforma per tenere i partiti lontani dalla Rai. Quando arriverà mi auguro che sia un bene. Mi sorprende, comunque, che la gente si tanto allergica al canone.
    E' già tra i più bassi d'Europa e non vedo una platea folta che beneficia della sua riduzione". (ANSA).
   

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