Cultura

Ai mondiali di drag di RuPaul c'è anche l'italiana Nehellenia

L'artista Emanuele Aruta all'ANSA, 'cominciai per una scommessa'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 OTT - C'è pure Nehellenia, drag queen nota per aver partecipato a Drag Race Italia, tra le protagoniste di RuPaul's Drag Race Global All Stars, la gara in cui competono 12 drag queen di nazioni diverse sfidandosi in una serie di prove.
    Partita il 20 settembre su Paramount+ con un nuovo episodio (su 12 totali) ogni venerdì, è una sorta di mondiale o (dato che quest'anno siamo in tema) olimpiade del drag, la forma d'arte nata nella comunità Lgbtqia+ che vede artisti e artiste esibirsi indossando trucco e abiti che estremizzano un genere.
    A interpretare Nehellenia è Emanuele Aruta, performer romano che a quest'arte è arrivato per puro caso. "Ho iniziato 12 anni fa per una scommessa - racconta all'ANSA - eravamo in un bar dove c'era un concorso drag. Io ho fatto un po' lo spavaldo, ho detto, 'lo saprei fare meglio'. E i miei amici mi hanno sfidato, mi sono iscritto a un concorso e da lì è iniziata la mia carriera".
    Nel 2022, la seconda stagione della Drag Race italiana. E la chiamata quest'anno per la versione internazionale.
    "Rappresentare l'Italia è stato un onore - spiega Aruta - ma anche una responsabilità, ogni mattina mi svegliavo due ore prima per studiare inglese, era una delle cose che mi bloccavano di più". E promette: "ho dato il massimo".
    Così come le altre drag queen, dimostratesi talvolta delle rivali un po' cattive. "In America la competizione si sente tanto - rivela l'artista - c'è questa idea di 'morte tua, vita mia', non è qualcosa che appartiene a noi italiani. Però è stato stimolante, mi sono rimboccato le maniche". Anzi, "ho cercato di dimostrare che se hai gentilezza e coraggio riesci ad andare avanti nonostante tutto", racconta.
    Come prevedibile, la parte più incredibile per l'artista che interpreta Nehellenia è stata incontrare RuPaul, "la regina di tutte le drag queen", commenta ridendo. È grazie al suo programma che comunità queer e non hanno cominciato a capire di più questo universo: "12 anni fa noi che facevamo le drag eravamo viste un po' come problematiche - ricorda - ora abbiamo educato le persone della nostra stessa comunità al fatto che è solo una forma d'arte". (ANSA).
   

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