Tradimento, sotterfugi, utopia, action, e perché no, amore, anche se, come osserva la protagonista, occhio a non farsi ingannare "fino all'ultima scena". Questo e molto di più è Citadel: Diana, spin-off italiano del franchise di Citadel con protagonista Matilda De Angelis, super spia sotto copertura dagli occhi di ghiaccio, con taglio di capelli asimmetrico, nell'attesa serie in tutto il mondo dal 10 ottobre su Prime Video. È il capitolo italiano, in sei episodi, del progetto internazionale dei fratelli produttori Joe e Anthony Russo, dietro gli ultimi capitoli degli Avengers. Prodotta da Cattleya - parte di ITV Studios - e Amazon MGM Studios, con il sostegno del ministero della Cultura - direzione generale Cinema e Audiovisivo, è un prodotto imponente e dal respiro internazionale per la piattaforma streaming, dato che prevede più storyline ambientate in diverse parti del mondo e con protagonisti talenti locali. A novembre arriva Citadel: Honey Bunny realizzato in India, il tutto mentre è in produzione la seconda stagione di Citadel. In una Milano del futuro prossimo ma distopico, con il Duomo ridotto in rovina e una società militarizzata dove l'uso delle armi sta per essere liberalizzato come negli Stati Uniti, Diana Cavalieri si muove con una grande jeep nera metallizzata: è una giovane spia sotto copertura, infiltrata nell'organizzazione criminale Manticore dopo stata addestrata da Citadel, la realtà rivale che si pone l'obiettivo della sicurezza mondiale al di là delle singole nazioni; il suo reclutatore e maestro Gabriele è Filippo Nigro. A presentare la serie tv a Roma i protagonisti Matilda De Angelis, Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi e Nigro, il regista Arnaldo Catinari, la showrunner Gina Gardini e lo sceneggiatore Alessandro Fabbri. "Maneggiare le armi - sottolinea De Angelis - non è in assoluto piacevole. La prima volta mi sudavano le mani, mi batteva il cuore, perché è inquietante avere a che fare con un oggetto così letale. Alla fine della serie ero diventata brava, ma va detto che erano finte e ho avuto un maestro d'armi che mi ha seguita passo passo. Anche perché tutto è fatto in estrema sicurezza". Citadel: Diana è ambientata in un mondo in cui una potente organizzazione di spionaggio, Citadel, è stata abbattuta dalla sua rivale. Nel 2030, in un futuro distopico, otto anni dopo la caduta dell'organizzazione, Diana è rimasta bloccata sotto copertura tra le fila di Manticore dove si è infiltrata. Quando le si presenta l'occasione di uscirne, l'unico modo è di fidarsi di Edo Zani (Cervasio), erede di Manticore in Italia e figlio del capo Ettore Zani (Lombardi), in lotta con le altre famiglie europee per il controllo dell'organizzazioni. "Mi sono allenata 4 mesi - aggiunge De Angelis -, ho affrontato un addestramento da spia, io ho un passato da ginnasta, ho fatto 12 anni di ginnastica artistica. Non mi aspettavo che l'allenamento sarebbe stato così duro, dal parkour al maestro d'armi, volevo essere il più credibile possibile. C'è pochissimo di effetti speciali, era importante riuscire a fare il maggior numero di azioni stunt". "Diana contiene una dualità costante, che si moltiplica e diventa infinita", fa notare ancora l'attrice. Non è un caso anche la scelta del suo look asimmetrico, il caschetto, cortissimo da un lato, meno dall'altro e frangetta al limite. Milano è l'altra grande protagonista: "Una città meno sfruttata come luogo italiano, lontana dalle immagini cliché, con un'architettura che si presta a ricostruire un prossimo futuro connesso al passato e in cui il Duomo era la chiave di partenza: quel Duomo distrutto è diventato un magnete che ha tenuto intorno a sé la creatività, perché diceva in modo inquietante che non viviamo in un posto sicuro. Cosa potrebbe succedere qui, tra non molto, se le cose dovessero andare davvero storte? Questa spinta ci ha portato a creare l'immaginario della serie", spiegano la showrunner Gina Gardini e lo sceneggiatore Alessandro Fabbri. La preparazione di Diana Cavalieri comporta anche un training per inscatolare le emozioni: "Tutto, di questa serie, è il contrario di tutto. Il training - dice ancora De Angelis - che Diana pratica con Gabriele è più un allenamento emotivo che fisico, e la cosa interessante è che ci sia però un'emozione su tutte impossibile da reprimere".
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