Cultura

Mezzapesa, in 'Avetrana' la complessità del male

La serie alla Festa di Roma e poi su Disney+

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 OTT - A poco più di 14 anni dall'omicidio di Sarah Scazzi, la cronaca nera torna protagonista via fiction con Avetrana - Qui non è Hollywood, la serie in quattro puntate diretta da Pippo Mezzapesa che debutta alla Festa del Cinema di Roma e poi sarà dal 25 ottobre su Disney+.
    Un racconto che prende corpo con un cast che comprende Vanessa Scalera (Cosima Misseri), Paolo De Vita (Michele Misseri), Giulia Perulli nei panni di Sabrina Misseri, Federica Pala per Sarah Scazzi, Imma Villa per Concetta Serrano, la mamma di Sarah; Anna Ferzetti in un ruolo che racchiude molti dei cronisti che lavorarono sul caso; Giancarlo Commare (Ivano) e Antonio Gerardi. Ogni episodio ha il punto di vista di uno dei protagonisti dei fatti: Sarah, Sabrina, Michele e Cosima.
    "Ho voluto mettermi al riparo delle polemiche fin dall'inizio. Cuore pulsante della serie è il presupposto di avvicinarci il più possibile all'umanità di questa storia, abbiamo cercato tutti di entrare nel profondo della vicenda, con grazia, nei confini del verosimile, rispettando le persone - spiega il regista pugliese, già autore fra gli altri di Pinuccio Lovero e Ti mangio il cuore -. Ci interessava esplorare la normalità del contesto da cui tutti si muovevano e l'abnormità che questo delitto ha suscitato. Abbiamo cercato di esplorare la complessità del male".
    La serie è basata sui documenti giudiziari e sul libro "Sarah la ragazza di Avetrana", scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, edito da FandangoLibri. "Abbiamo comunicato continuamente con la famiglia Scazzi, come era già successo quando avevamo realizzato sulla vicenda una docuserie La ragazza di Avetrana- spiega Matteo Rovere, produttore con Groenlandia -.
    Senza entrare nello specifico, ci sono sensibilità, c'e chi ha avuto la voglia di essere più coinvolto in questo percorso e chi meno". Vanessa Scalera, che regala una prova di grande intensità nell'esplorare il mistero di Cosima, fa passare la trasformazione anche per il trucco prostetico.
    "Ho lavorato su quella fisicità. Avere addosso 20 chili (della tuta prostetica) non è facile, dentro c'è un corpo che urla. Credo che Cosima sia come un dado che abbia avuto solo una faccia in luce. Abbiamo cercato di illuminare gli altri lati, quelli mai mostrati". (ANSA).
   

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