Cultura

Su La7 a Una giornata particolare 'L'Ultima notte di Pasolini'

Con testimonianze di Veltroni, Colombo, Maraini e Fagnani

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Non fu Pino Pelosi da solo a uccidere Pier Paolo Pasolini. E forse non fu neppure lui. Domani in prima serata su La7, a quasi mezzo secolo dall'omicidio che scosse l'Italia la mattina del 2 novembre del 1975, a bordo di un Alfa GT identica a quella guidata da Pasolini Aldo Cazzullo e Una Giornata Particolare si recheranno nei meandri che avvolgono l'ultima notte del poeta, scrittore e regista.
    Le testimonianze esclusive di amici e testimoni come Walter Veltroni, Furio Colombo e Dacia Maraini, e l'intervento di esperti come Francesca Fagnani e l'avvocato Stefano Maccioni che nel 2009 contribuì a far riaprire l'inchiesta sul caso, portano una luce diversa sul delitto e sulla figura di Pasolini.
    Nel ricostruire le ultime ore del regista, Una Giornata Particolare racconta una storia diversa da quella a cui siamo abituati. Sotto i riflettori è innanzitutto Pino Pelosi, riconosciuto come esecutore materiale dell'omicidio. Aldo Cazzullo, però, giunge alle stesse conclusioni a cui arrivarono anche Furio Colombo e Oriana Fallaci, i primi cronisti a investigare sul caso. La medesima conclusione di Alfredo Carlo Moro, fratello dell'allora presidente del Consiglio, a capo del tribunale dei minori che per primo giudicò il caso. Non solo Pelosi non avrebbe potuto uccidere Pasolini da solo, ma la sua stessa partecipazione all'evento è messa in discussione. A scagionarlo vi è il dna ritrovato nella macchina di Pasolini, riconducibili a tre persone, coloro che potrebbero essere i veri responsabili, mai trovati o, forse, mai cercati. Chi è quindi il mandante? Gruppi fascisti, che già provarono a buttare Pasolini giù dal ponte Garibaldi della Capitale? O poteri occulti infastiditi dalle indagini di Pasolini sulla morte di Enrico Mattei? Tra le ombre e gli interrogativi che persistono, solo una cosa è certa: l'omicidio di PPP ha grottescamente assunto tinte "pasoliniane" tipiche delle opere dell'intellettuale.
    Accompagnato dagli inviati nella storia Claudia Benassi e Raffaele Di Placido, Cazzullo ripercorre l'itinerario che ha condotto Pasolini fino a una zona desolata ai margini di Roma, l'Idroscalo di Ostia, sostando proprio come fece il poeta, in due ristoranti della Capitale, Pommidoro e il Biondo Tevere. Ma sono tanti gli eventi e i luoghi cruciali della vita dell'intellettuale simbolo del dopoguerra italiano: i sassi di Matera dove Pasolini girò Il Vangelo secondo Matteo, le malghe di Porzus, dove il fratello Guido trovò la morte per mano dai partigiani, le strade e le chiese di Bologna dove il poeta crebbe e svolse la sua formazione culturale, il quartiere del Pigneto, una delle borgate romane da lui più frequentate, e infine l'amata Casarsa del Friuli dove furono celebrati i suoi funerali. (ANSA).
   

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