Cultura

Veronica Pivetti, 'voce e volto alle donne vittime di violenza'

Torna su Rai3 con Amore Criminale, "gli uomini ci ascoltino"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 02 NOV - "Quando mi hanno chiesto di riprendere il timone del programma, sono stata felicissima: sono molto affezionata ad Amore Criminale, non solo per il coinvolgimento emotivo, che è potente, ma anche per la possibilità di sentirsi testimonial di una battaglia che non deve mai finire, di cui voglio essere volto e voce". Veronica Pivetti torna dal 5 novembre, in prima serata su Rai3, alla guida del nuovo ciclo della trasmissione di denuncia del fenomeno sistemico della violenza sulle donne, nata del 2007, di cui ha condotto negli anni scorsi cinque edizioni.
    "Ho aderito immediatamente, forse con una ancora maggiore consapevolezza - racconta - perché il periodo è sempre più drammatico, la situazione sempre più spaventosa, c'è sempre più bisogno di parlarne".
    Le sette puntate della nuova edizione di Amore Criminale avranno tre parole guida: voce, rispetto, parità, per sottolineare che ancora oggi la voce delle donne, in molti contesti, viene messa a tacere, in modo esplicito o sottile. Il rispetto e la parità mancano in tutte le relazioni in cui c'è violenza. E il femminicidio è la punta dell'iceberg: esiste infatti una violenza sommersa che spesso non viene denunciata.
    "Per questo - riflette Pivetti - è necessario lavorare sull'educazione delle persone, su un profondo cambiamento culturale: bisogna formare figli e figlie all'empatia e al rispetto, valori ormai frantumati in un mondo spersonalizzato e disumanizzato dalla tecnologia, in cui i nostri ragazzi crescono a digiuno delle relazioni interpersonali. Quando si giocava tutti insieme, in cortile, si imparava a stare a contatto con gli altri, a cercare il proprio spazio, a relazionarsi con i sentimenti e con il corpo altrui. Per fare un passo avanti, non mi stancherò mai di ribadirlo, bisogna coinvolgere anche gli uomini: è proprio questo uno dei messaggi che la trasmissione vuole lanciare". Essenziale anche il linguaggio, "a partire da quello, rispettoso ma puntuale, netto, senza giri di parole, con cui raccontiamo le storie e di cui ringrazio l'autrice Matilde D'Errico". (ANSA).
   

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