Cultura

Ghini, Doris, un self made man moderno e con un'etica

Il film il 24/11 in prima serata su Canale 5.'Poi c'è il teatro'

Redazione Ansa

Come "è capitato a me leggendo della sua vita, credo che molti italiani vedendo questo film rimarranno sorpresi nello scoprire una storia straordinaria, quella di un self made man. Figlio di contadini, Ennio segue e realizza il proprio sogno, crea un'idea innovativa di banca, senza mai perdere il senso del mondo, dell'umanità, il rispetto delle persone". Lo dice all'ANSA Massimo Ghini protagonista di Ennio Doris - C'è anche domani diretto da Giacomo Campiotti, biopic sul fondatore di Banca Mediolanum, scomparso nel 2021.
    Dopo l'uscita in sala ad aprile con Medusa, il film arriva in prima serata il 24 novembre su Canale 5.
    Alla base del racconto (prodotto da Movie Magic International), che ha fra gli altri interpreti Lucrezia Lante della Rovere nei panni di Lina Tombolato, moglie, confidente e compagna di una vita di Doris, Eugenio Franceschini e Giulia Vecchio nei ruoli dei due figli, Massimo e Sara, c'è l'autobiografia uscita nel 2014 del banchiere, intitolata proprio C'è anche domani (Sperling & Kupfer). "Quando l'ho letta sono rimasto colpito. Mi ha subito fatto pensare a un altro grande personaggio che ho interpretato, Enrico Mattei - aggiunge l'attore-. Con il film non abbiamo assolutamente fatto un santino. E' il racconto reale di un uomo che ha sempre mantenuto un profondo senso etico del suo lavoro". L'episodio emblematico è quello del 2008 quando dopo il crollo della Lehman Brothers, Doris in accordo anche con Berlusconi (con il quale nel 1982 aveva dato vita a Programma Italia, prima forma di quella che diventerà Banca Mediolanum, ndr), decide di rimborsare, prelevando i fondi dai propri conti privati, gli oltre 11.000 clienti che avevano investito in titoli che comprendevano obbligazioni del colosso americano. Il messaggio "lanciato ai giovani che viene dalla sua vita è non arrendersi, guardare sempre in una dimensione del futuro". Per l'attore la società va raccontata in ogni suo aspetto, quelli positivi e negativi, e attraverso tutti i generi, "ma oggi soprattutto in televisione, mi pare prevalga, per ragioni di audience, il racconto più cupo, a volte anche con una forte morbosità, come capita di vedere in certi programmi che parlano di cronaca nera". Venendo a un caso recente, quello della fiction Qui non è Hollywood, sui fatti di Avetrana, "è stata usata anche la parola censura, ma quella vera è diversa e sta a monte. E' il meccanismo che non permette di raccontare come si vorrebbe certe storie. Sono 40 anni che faccio questo mestiere e so cosa significhi partire da una sceneggiatura, girarne completamente un'altra e vederne montata un'altra ancora, perché ci sono dei criteri politico-economici che prevalgono".
    Ghini intanto torna al cinema con E se mio padre "l'opera prima diretta da mia sorella, Solange Tonnini (per anni aiuto regista e sceneggiatrice, ndr) che racconta la storia della nostra famiglia". Nel cast anche, fra gli altri Claudia Gerini, "che interpreta mia madre" e Dino Abbrescia. "Essendo un esordio alla regia, c'è il problema enorme, nel cinema italiano, della distribuzione - osserva -. Ci sono tanti film che restano fermi o spariscono. Spero che il nuovo Ministro della Cultura faccia qualcosa. Quello precedente ha tagliato solo i fondi. Con Giuli però c'è un dialogo. Non dico che anche nel nostro settore, le spese in certi casi non vadano ridimensionate, ma ci sono i tempi e i modi. Il comparto dello spettacolo va tutelato, occupa 200 mila lavoratori facciamo l'1,5 del Pil". Nel futuro prossimo dell'attore c'è anche il teatro con la trasposizione de Il vedovo, coprotagonista è Paola Tiziana Cruciani, dal cult di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri, che debutta al Parioli di Roma a fine febbraio. "Quando me l'hanno proposto ho avuto paura, perché il film è un capolavoro... ma è una grande sfida ed io le sfide le ho sempre amate". Un'altra per lui è stata quella di Noi Giuda, il primo spettacolo della sua carriera in cui è solo in scena, che riprenderà dopo il successo di quest'anno al Parioli "E' un bellissimo racconto, scritto da Angelo Longoni, basato sui Vangeli apostolici e apocrifi. Il mio è un Giuda in smoking, tornato sulla Terra dove ha preso l'identità di un attore, che racconta tutta la storia dal suo punto di vista". (

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