(di Francesca Pierleoni)
(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Il cinema per me è ancora "la madre
di tutte le battaglie, ed essere in una sala con un pubblico per
condividerne le emozioni, le tensioni, il respiro è qualcosa di
insostituibile". Il cinema come luogo, "non morirà,
riconquisterà il suo spazio pubblico.
Il regista ha scelto proprio il creatore di una di queste
agenzie, Yuichi Ishii, come protagonista, nel ruolo di se
stesso, per una storia di fiction, nella quale viene ingaggiato
per impersonare il padre di una ragazzina di 12 anni. "Intorno
al film è nato un equivoco, si pensa sia un documentario, ma
tutto in realtà è sceneggiato e il cast è composto da attori.
Sono stato accusato di aver ingannato una bambina, ma anche lei
interpreta una parte, nella realtà ha una famiglia numerosa e
affettuosa". Tra i temi della conversazione non poteva mancare
il ruolo, che ha fatto conoscere il nome di Herzog anche a molti
giovanissimi, interpretato dal regista nella serie The
Mandalorian: "Sono stato invitato con grande intensità da Jon
Favreau che è la mente, e lo spirito dietro The Mandalorian. Lui
ama i miei film e credo volesse far conoscere la mia faccia a un
pubblico più ampio. Penso poi cercasse qualcuno di credibile per
quel ruolo". Herzog ha detto sì perché ha trovato che "la
mitologia (della saga) evolvesse nella serie con intelligenza".
Il suo ruolo, il Cliente, ex ufficiale dell'Impero, che nella
prima stagione ingaggia il Mandaloriano per il suo 'obiettivo'
iniziale, "è un personaggio con un segreto, ostile, non
affidabile, disfunzionale, e sono sempre bravo in quelle
parti...- aggiunge sorridendo -, era un po' come il cattivo che
ho interpretato in Jack Reacher". In tutto sono bastati "quattro
giorni di riprese, ma ho 50 da cineasta alle spalle, che ora
forse sono messi un po' in secondo piano... Comunque non mi
lamento, è stato divertente, una bellissima esperienza". Herzog
vive negli Usa ma è sempre più convinto dell'importanza
dell'Unione Europea: "ci saranno sempre delle contraddizioni, ci
sono Paesi che mostrano oggi una minore attitudine alla
democrazia, come Polonia e Ungheria, ma l'Unione Europea, creata
dopo le due Guerre mondiali, è il più grande progetto di pace
mai nato nella storia mondiale" e "continua ad essere un impegno
costante e concreto per la pace". Il regista ha recentemente
esplorato la fine del comunismo e le sue conseguenze, attraverso
il suo documentario sul propugnatore della perestrojka, in
Herzog incontra Gorbaciov (2018): "E' un uomo unico,
straordinario, un'eccezione nel panorama politico degli ultimi
anni - sottolinea - La sua salute al momento è molto debole,
passa molto tempo in ospedale. Non posso parlargli di persona in
questo periodo, ma è ancora vitale, forte e combatte". (ANSA).
Il Family Romance di Herzog
Regista, cinema per me è ancora la madre di tutte le battaglie