(di Francesco Gallo)
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - Flavio Bretagna (Gabriele
Pignotta) ha l'appuntamento di lavoro piu' importante della sua
vita. Tra le telefonate dei clienti, i messaggi vocali della
segretaria e le chiamate dell'ex-moglie, si mette alla guida
della sua auto verso l'occasione che aspettava da tempo.
Sempre al telefono, freneticamente distratto, va in bagno ma
quando prova a uscire la porta e' bloccata. Grida aiuto, ma
nessuno risponde. Non c'e' anima viva.
Questa in estrema sintesi la singolare trama di TOILET, il
film di Gabriele Pignotta, commediografo teatrale al suo terzo
lungometraggio come regista (Ti Sposo Ma Non Troppo, Ötzi e il
Mistero del tempo) che esce in questi giorni tra arene estive e
sale
cinematografiche in cui Pignotta, nei panni del protagonista del
film, fa
una performance dal vivo, riprendendo lo spettacolo teatrale da
cui e' tratto.
"Con TOILET - dice il regista e protagonista - ho cercato
di creare una 'dramedy' che, per definizione appunto,
intrattenga lo spettatore facendolo sorridere piu' volte, ma
anche inducendolo al tempo stesso a rispondere ad alcune domande
fondamentali: quanto tempo dedichiamo alle cose importanti? Dove
ci sta portando la corsa sfrenata al successo professionale e
all'affermazione di noi stessi? E se un giorno ti succedesse
qualcosa di inaspettato (come per l'appunto rimanere prigioniero
di un bagno di una piccola area di servizio abbandonata) che ti
costringesse a fare un bilancio della tua vita, che giudizio
daresti a te stesso? Il compito di sottoporsi a questo giudizio
e di fare questo impietoso bilancio della propria vita spetta
all'unico personaggio del film: Flavio Bretagna, la sintesi
perfetta di ognuno di noi, perche' ognuno di noi durante la
visione del film pensera' di essere, per un motivo o per un
altro, Flavio Bretagna, sempre di fretta, sempre al telefono,
sempre in auto o in riunione, sempre a lavoro. Una persona
protesa solo ed esclusivamente a raggiungere traguardi e
obiettivi professionali, essere il migliore, svoltare, diventare
qualcuno a discapito di tutto anche trascurando le relazioni
familiari, affettive. In una parola: le cose veramente
importanti della vita personale. Per questo giudicare Flavio
Bretagna - conclude Gabriele Pignotta - sara' come giudicare
noi
stessi, fare il tifo per lui e per il suo riscatto sara' come
fare il tifo per noi stessi". (ANSA).
ANSA/ Toilet, quando il bagno diventa una prigione
Il film di Gabriele Pignotta nelle arene diventa teatro