Cultura

Luca Di Fulvio, scrittore 'nemo propheta in patria'

Celebre all'estero, poco noto in Italia. Harper lo ripubblica

Redazione Ansa

(di Francesco De Filippo) (ANSA)

"Nemo propheta in patria". La storia dello scrittore Luca Di Fulvio sembra uscita da una di quelle biografie dei grandi artisti maledetti, animati da uno spirito ribelle, indomabile, spesso conflittuale, dunque invisi alla critica, banditi dai salotti omologati, emarginati dalla società. Di solito morti da soli e in povertà, per essere scoperti, dopo, grazie a valutazioni distaccate, più obiettive.
    Luca Di Fulvio non era un maledetto e non è mai stato povero, è scomparso dopo una lunga malattia tra gli affetti di chi gli voleva bene. Era un buon scrittore, poco invitato agli 'eventi', alle 'prime', ai 'pre' e agli 'after hour'. Era un uomo semplice e riservato con la passione per la drammaturgia, il teatro e soprattutto la scrittura. E come scrittore per la seconda metà della sua vita ha convissuto con una amarezza profonda: essere famoso in Francia e, soprattutto, in Germania, ma non essere apprezzato a casa sua, in Italia. Dove era semisconosciuto.
    Dimenticato nonostante il suo secondo libro, nel 1996, L'impagliatore (Mursia, 2000) avesse avuto uno straordinario successo: dopo due mesi il libro fu ristampato, e ripubblicato da Einaudi nel 2004; diventando più tardi un film dal titolo 'Occhi di cristallo' per la regia di Eros Puglielli. E nonostante il fatto che fosse stato nel 2022 finalista al Premio Bancarella).
    In Germania i suoi libri erano spesso in classifica e, con un titolo in particolare, aveva scalato le classifiche fino a raggiungere il primo posto, addirittura davanti a Ken Follet. Un successo inspiegabile per lui stesso e quasi casuale: aveva conosciuto alla Buchmesse di Francoforte i vertici della grande casa editrice tedesca Bastei Lubbe, che acquistò i diritti e decise di investire su di lui. Divenne tanto famoso da essere definito uno "scrittore tedesco". Lo stesso accadde con una casa editrice francese, la Istya & C. Un successo minore riscosse tra i cugini d'Oltralpe, che tuttavia lo definirono il Dickens italiano. Con ironia, quando gli chiedevano il motivo del successo soltanto all'estero, rispondeva che "probabilmente era merito dei traduttori".
    Postuma (Di Fulvio è morto a 66 anni il 31 maggio 2023, reso totalmente invalido dalla SLA), è giunta una gran bella soddisfazione: la Harper&Collins pochi giorni fa ha ripubblicato "La Gang dei Sogni". Era uscito in Italia per la prima volta nel 2008 con la casa editrice Mondadori, e relegato negli scaffali della letteratura per ragazzi. Questo appuntamento sarà anche l'occasione per ricordare la figura dello scrittore, con un omaggio organizzato a Roma per il 4 ottobre un omaggio (alla libreria IL LIBRACCIO). (ANSA).
   

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