(ANSA) - ROMA, 21 FEB - LORETTA NAPOLEONI, ISIS LO STATO DEL TERRORE (FELTRINELLI, PP. 118, EURO 13,00).
La novità, rispetto al terrorismo di al Qaida, è che lo "Stato Islamico sta diffondendo un potente, in parte positivo, messaggio del ritorno del Califfato, età dell'oro dell'Islam, in un momento di grande stabilizzazione del Medio Oriente con Siria e Iraq in fiamme, la Libia sull'orlo di un nuovo conflitto tribale, l'Egitto dominato dall'esercito e Israele ancora ai ferri corti con i palestinesi". E "come Israele per gli ebrei, la rifondazione di un forte Stato islamico nella terra degli antenati rappresenta per i musulmani la salvezza in questa vita". Non solo quindi la promessa del Paradiso, come nel caso dei seguaci di Osama bin Laden.
Napoleoni sottolinea il "pragmatismo e la modernità" dell'Isis. Nel suo primo discorso in veste di nuovo califfo, al Baghdadi si è impegnato a restituire "dignità, potenza e diritti del glorioso passato ai musulmani e mentre parlava una schiera traduttori in tutto il mondo diffondeva il testo quasi in tempo reale, sui siti jihadisti e attraverso Facebook e Twitter, in numerose lingue, tra cui inglese, francese e tedesco": un messaggio "seducente" anche per chi vive all'estero, giovani musulmani europei e americani "che lottano per integrarsi in una società occidentale che offre sempre meno opportunità ai giovani". Ma l'Isis è andato anche "al di là della mitologia dei gruppi jihadisti con un progetto concreto: "ha privatizzato il business del terrorismo, conquistando l'indipendenza dagli sponsor e istituendo un sistema economico che non dipenda esclusivamente dalle economie di guerra. Ha creato partnership con tribù sunnite locali per prevenire l'opposizione e spartire le entrare generate dallo sfruttamento di risorse chiave". I suoi militanti "riparano le strade, gestiscono uffici postali, installano linee elettriche, aiutano gli agricoltori". E' stato "saggio e intelligente, cosa che non si può dire di Assad o di al Maliki", che alla guida della Siria e dell'Iraq hanno incarnato una dittatura settaria che ha messo i sunniti, la stragrande maggioranza dei musulmani, nell'angolo.
Il libro chiama in causa anche l'Occidente, che non ha saputo leggere in tempo questo fenomeno, e anzi ha contribuito a crearlo, sostenendo regimi mediorientali corrotti e lontani dalle esigenze dei loro popoli. Così, "dopo decenni di guerra e distruzione, gli arabi sunniti e i musulmani vogliono disperatamente credere che finalmente dalle ceneri di un mondo scomparso da tempo, sia nata una magnifica fenice, ossia uno Stato e un leader che li liberi. E' al Baghdadi questo leader e il Califfato è questo Stato? L'occidente e il mondo credono fortemente di no, ma solo il popolo del Medio Oriente potrà dare, a suo tempo, la risposta giusta". (ANSA).
Isis, lo Stato che minaccia il mondo
Chi sono e cosa vogliono i nuovi jihadisti, di Loretta Napoleoni