"L'Islam è una religione pacifica, come il cristianesimo e tutte le altre": c'è anche Aziz, un bambino musulmano del Pakistan, tra i piccoli che dai cinque continenti hanno deciso di scrivere a Papa Francesco, consegnando alla carta pensieri ed emozioni e mostrando agli adulti che, grazie alla loro fantasia, il mondo può essere ancora un bel posto in cui vivere. Questo universo di sincerità si ritrova intatto nel libro Letterine a Papa Francesco, a cura di Alessandra Buzzetti (Gallucci Editore, dal 19/11 in libreria), una antologia che raccoglie alcuni dei tantissimi messaggi in arrivo ogni giorno in Vaticano. Più che semplici pensieri: la corrispondenza privata del pontefice rappresenta uno spaccato di realtà vera, con le esistenze che si mostrano per quelle che sono, senza nascondersi dietro finzioni e artifici. I bambini più fortunati hanno contesti familiari tranquilli, in cui il principale problema è rappresentato dalla scocciatura per i compiti. Ma nel libro emergono difficoltà più grandi, tra povertà e omicidi, carcere e disoccupazione. I giovani scrittori vedono nel Papa un punto di riferimento e un "amico di penna": per questo si raccontano in modo semplice, senza pudore né ipocrisia, perché sanno che Francesco li ascolterà con attenzione evitando di giudicarli. E magari, chissà, deciderà di inviare una lettera scritta di suo pugno o di fare una telefonata a casa (alcuni bambini provvedono a lasciare il numero, dando indicazioni sugli orari migliori in cui chiamare). I temi sollevati sono tanti, e se spesso è impossibile non sorridere, altre volte è la tristezza a farla da padrona. C'è chi come Alessandra da Torino chiede che questa "bruttissima crisi vada via dal pianeta terra", mentre Leonardo dall'Emilia pensa che il Papa sia "bravissimo a fare le messe". A Roberto dalla Sicilia piacerebbe "fare merenda insieme" e Anna vorrebbe un giorno prendere il posto del Papa. E' invece più serio il tono di Lucio, preoccupato perché "la vogliono ucciderla quelli dell'Isis". Che importa se ci sono gli errori d'ortografia, se la grafia è traballante e magari qualche domanda è poco diplomatica: quello che conta sono le parole autentiche, provenienti dal cuore, e accompagnate da tantissimi disegni colorati, tra ritratti del pontefice, fiori, cuori e angeli. E non è importante neppure che il numero di lettere in arrivo ogni giorno sia ingentissimo, perché in ogni caso tutti (anche gli adulti) riceveranno una risposta: a occuparsi delle missive straniere sono infatti le varie sezioni della Segreteria di Stato vaticana, mentre per quelle italiane (ne giungono circa 900 a settimana) ci pensano i quattro componenti dell'ufficio postale. Per i bambini, soprattutto per quelli sofferenti, Francesco ha sempre un pensiero particolare: lo dimostrano gli scritti e le parole a loro dedicati, pieni di generosità e amore. Sembra che a legare Francesco ai suoi piccoli fedeli sia una relazione speciale, che il libro lascia emergere con delicatezza: è un botta e risposta fatto di ingenuità e bellezza, e di una sincerità disarmante che accomuna i bambini nel fare le domande e il Papa nel rispondere.(ANSA).
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