(ANSA) - PESCARA, 7 LUG - MAURIZIO EVANGELISTA, FELICE GIMONDI, DA ME IN POI (MONDADORI, PP 221, EURO 16,90). Due vite in una.
Felice dice il vero quando afferma che se tra lui e Eddy c'era l'abisso, lo stesso abisso c'era tra lui e gli altri. Solo che come si fa a vivere in questa terra di mezzo che è la vita tra i normali e il dio belga? ''Io forse sarò stato anche un leader cattivo e difficile da trattare, anche un po' rompicoglioni se vogliamo, ma ho sempre cercato di dare l'esempio''. Ecco, anche non concedendosi niente, vita da monaco, facendosi trovare sempre pronto semmai ''l'altro'' avesse un giorno storto. Vita crudele e non Felice, ma poi si scopre che Gimondi è gratificato oggi dal fatto che ''dovremmo ricordarci più spesso che non contano solo le vittorie. Conta anche il modo in cui le ottieni e il modo in cui gestisci il successo. Se non dai rispetto, e se non ottieni quello degli altri, è tutto molto aleatorio, e non ti basterà per vivere una vita soddisfatto di quello che sei''.
Ha vinto comunque tantissimo Gimondi, anche con Merkx tra i piedi, e oggi è davvero l'ultima icona amata del ciclismo italiano, persona deliziosa e amabile. Da quel lontano 1965 quando vinse il Tour de France a 23 anni ad oggi la sua storia racconta tutti i corridori che ha conosciuto, da Anquetil a Hinault, da Van Loy a Bugno, con un'ultima dolorosa nota su Marco Pantani, tragedia che non ha mai digerito: ''Io non so perchè Pantani sia caduto in errore, ma sono sempre portato a pensare che la verità sia più semplice di quel che sembra e lontana da ogni tipo di dietrologia. Non capivo quel ragazzo e lui non faceva niente per farsi capire''. Ma soprattutto: ''troppo chiuso e introverso, dunque incapace di condividere le ansie e le paure, i disagi che un grande campione si trova a vivere'', poi ''non ascoltava i consigli e i pareri degli altri.
Ha consentito che sulla sua vita e di conseguenza sulla sua morte venissero costruite le congetture più improbabili''.
Gimondi, vita Felice 'nonostante' Merckx
Biografia di un grande ciclista, eppure anche io ero cattivo