(ANSA) - MILANO, 19 GEN - ROBERTO RITONDALE, 'IL SOLE TRA LE MANI' (LEONE EDITORE, PP. 192 - 10,90 euro) -
Un romanzo metafora sull'uomo contemporaneo, schiacciato dalla civiltà dell'immagine e incapace di definire una propria identità. Incapace, soprattutto, di riempire il vuoto interiore che lo condanna alla solitudine, anche se un modo per uscire da questa condizione, di eclissi e di isolamento, c'è: aprirsi agli altri. Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura del terzo romanzo di Roberto Ritondale, il secondo per Leone Editore, da oggi in libreria. Un'opera che incarna l'inquietudine e lo smarrimento esistenziale di Fernando Pessoa. Non a caso l'epigrafe scelta è una frase (in portoghese) dello scrittore di Lisbona e la foto sulla bandella vede Ritondale accanto a una scultura di Pessoa, del quale "Il Sole tra le mani" riporta diverse citazioni.
La vicenda raccontata dall'autore, giornalista dell'ANSA, si svolge in pochi mesi, tra il 2004 e il 2005. Aldo Montesi, emigrato da Milano a Napoli, è una specie di voyeur del lutto: incapace di provare emozioni, "ruba lacrime straniere" nei cimiteri più strani. L'infanzia senza padre, scomparso in circostanze misteriose, e l'adolescenza segnata dalla morte della madre (vittima di un disastro aereo) lo hanno reso un anaffettivo incapace di avere relazioni stabili, un individuo che, come lo straniero di Camus, subisce gli eventi senza essere in grado di reagire. "La solitudine - riflette a un certo punto Montesi - è il fossato che ognuno scava intorno a sé per difendersi dall'assedio del dolore". La sua vita trascorre apatica fino a quando due circostanze lo spingono all'azione: le minacce di un gruppo criminale, con il quale lo zio che lo ha cresciuto sembra aver intrecciato rapporti poco chiari, e il dialogo surreale con un impiegato del cimitero, che vuole vendergli un loculo matrimoniale e vista mare. Attraverso un viaggio catartico nel suo passato, del quale scoprirà verità terribili, Montesi cercherà di porre fine alle sue eclissi e di "abbracciare" la luce: trovando una soluzione singolare "per distruggersi e poter rinascere". Imparando ad aprirsi agli altri, Aldo diventa un uomo adulto e consapevole. Romanzo di formazione, ma anche originale noir ironico e malinconico, Il Sole tra le mani è soprattutto "un viaggio mozzafiato - come recita la quarta di copertina - alla riscoperta della gioia di vivere".
L'opera è anche fortemente simbolica, come testimonia il gioco degli anagrammi abbinato ai protagonisti del romanzo. Per esempio, il cognome Cimarea (lo zio ambiguo di Aldo Montesi) è l'anagramma di un'America che pensa di imporre la democrazia esportando armi. E i personaggi principali, a rafforzare la metafora della solitudine e dell'isolamento in cui viviamo, sono tutti nativi di isole: Ischia, Sicilia, Sardegna.
Roberto Ritondale torna in libreria dopo il successo di "Sotto un cielo di carta" (Leone Editore, 2015) che ha raccolto ben sette premi un po' in tutta Italia. Ama definirsi "scrittore ambulante" perché presenta i suoi libri nei luoghi più disparati: bar, scuole, centri per anziani, sartorie, spiagge e persino case private. "Presentazioni a domicilio - come si legge sul suo sito - in cambio di un buon caffè". Convinto che la cultura debba uscire dai luoghi convenzionali per incontrare più persone possibili.