(ANSA) - ROMA, 5 GIU - ANN&JEFF VANDERMEER (a cura di), LE VISIONARIE (NERO EDITIONS, pag 536 Euro 25,00)- 'Le Visionarie', pubblicata da Nero Editions, unisce riflessione femminista ed incredibili uni-versi sci-fi: ANSA ne ha parlato con le coordinatrici italiane del progetto, le scrittrici Claudia Durastanti e Veronica Raimo. Raccontare storie di mondi lontani, luoghi fantastici, realtà bizzarre, oniriche o iperfuturistiche, incrociando il meglio della narrazione fantastica con la riflessione femminista. Rischia di diventare un vero e proprio caso letterario l'antologia 'Le Visionarie - Fantascienza, fantasy e femminismo', pubblicata da Nero Editions nella nuova collana Not, che raccoglie 29 racconti di scrittrici di ogni età e provenienza, che hanno fatto la storia o rappresentano il futuro della speculative e della weird fiction, come Ursula K. Le Guin, Angela Carter, Tanith Lee e autrici emergenti come l'indiana Vandana Singh. L'antologia è curata Ann e Jeff VanderMeer, due icone dell'estetica weird: la prima, già direttrice del leggendario magazine Weird Tales, il secondo, autore della fortunata Trilogia dell'Area X, da cui Netflix ha tratto il recente film di successo Annientamento, con Natalie Portman. Per entrare nel mondo de Le Visionarie, ANSA ha intervistato le coordinatrici italiane del progetto, le scrittrici Claudia Durastanti e Veronica Raimo. Cosa si intende per Speculative Fiction e Weird Fiction? "La speculative fiction è una macro-categoria che mette insieme fan-tasy, fantascienza, fantastico, horror, ma è anche il modo per emanciparsi da un'idea di letteratura così tarata sui generi. In questo senso Le visionarie accoglie narrazioni profondamente diverse tra di loro che hanno in comune una messa in crisi del realismo e un approccio filosofico, politico e femminista. La Weird Fiction è invece un genere nato negli anni Novanta, per restituire all'idea di strano una componente destabilizzante nella narrazione senza dover architettare immaginari fantasy estremi, mantenendo invece un principio di prossimità col reale". "L'idea è stata dei due editori di Not (la nuova collana di Nero) Corrado Melluso e Valerio Mattioli. Not si occupa principalmente di critica politica, estetiche della contemporaneità e filosofia, ma volendo aprirsi anche a opere di fiction, un'antologia come Le visionarie era perfetta per il tipo di immaginario e di "speculazione" che aveva in sé". Cosa ha spinto così tante autrici a portare i temi del femminismo all'interno di questi generi così 'visionari'? "L'antologia Le visionarie è stata messa insieme proprio a partire da una matrice femminista - declinata in moltissimi modi diversi, spesso anche imprevedibili e inusuali - che c'era dietro ai racconti". Parlare di femminismo attraverso racconti di questo tipo può aiutare anche i più giovani ad avvicinarsi alle tematiche di genere? "Ci auguriamo di sì, ma in realtà a parte i più i giovani, spero che contaminerà anche i più vecchi!" A dispetto di quanto si pensi, la Science Fiction nasce proprio grazie ad una donna, spiegano Durastanti e Raimo: "il primo libro di Science Fiction lo ha scritto proprio una ragazza poco più che adolescente. duecento anni fa: si tratta del Frankenstein di Mary Shelley. La marginalizzazione femminile quindi è forse più chiacchierata che concreta, soprattutto rispetto a quella presente in altri generi. Nella speculative fiction o nel fantastico, infatti, Ursula K. Le Guin, Octavia Butler e Angela Carter hanno goduto di un maggiore credito rispetto ai colleghi in confronto a quanto accade alle autrici che operano nel realismo". Anche nel cinema di fantascienza, ultimamente, le donne stanno imperso-nando ruoli da protagoniste. "La marginalizzazione riguarda più i ruoli nelle trame: a parte un certo tipo di personaggio alla Sigourney Weaver in Alien o Linda Hamilton in Terminator. La biologa e le altre protagoniste in Annientamento sono davvero arrivate come una cosa nuova, il che fa abbastanza impressione". Quali sono le scrittrici più importanti presenti in questa antologia? "Si tratta di un'antologia perfettamente bilanciata in cui ogni autrice concorre a enfatizzare la forza dell'altra, per contrasto o per allineamento su certi temi. Ci sono i nomi sacri, certo, da Lenora Carrington a Octavia E. Butler, ma anche forze contemporanee come l'autrice nigeriana-americana Nnedi Okafor, di cui Chiara Reali - una delle nostre traduttrici - ha tradotto Laguna (Zona42). È importante sottolineare che Le Visionarie spazia anche geograficamente, e rende conto di femminismi che si sono formati in contesti molto diversi. Se doveste scegliere 5 racconti a rappresentare l'opera, quali titoli suggerire-ste? Le parole proibite di Margaret A. (L.
Timmel Duchamp); La soluzione della mosca (James Tiptree Jr.); La sera, il giorno e la notte (Octavia E. Butler); Il sonno delle piante (Anne Richter); Tredici modi di concepire lo spazio-tempo (Catherynne M. Valente). C'è qualche scrittrice italiana che per il suo lavoro sarebbe potuta entrare ne 'Le Visionarie'? "Sì, certo - risponde Claudia Durastanti - ce ne sono diverse: Laura Pugno, Chiara Palazzolo, Roberta Rambelli, Veronica Raimo, Nicoletta Vallorani ed Emmanuela Carbé, che qui appaiono nella veste di traduttrici. Info: not.neroeditions.com
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