(ANSA) - ROMA, 13 MAR - FRANCESCO DE FILIPPO, LA NUOVA VIA DELLA SETA. VOCI ITALIANE SUL PROGETTO GLOBALE CINESE (Castelvecchi, pp.
Come ci ricordano le notizie delle ultime ore, con il Governo diviso su quale strategia adottare nella relazione con la Cina, il tema è di stretta attualità. La Via della Seta ci riguarda da vicino e per varie ragioni, tutte elencate con chiarezza dall'autore: gli investimenti massicci compiuti dai cinesi nel Made in Italy, per rafforzare il rapporto con le piccole e medie imprese nostrane, la necessità per noi di far crescere l'export italiano verso la Cina, e poi "l'esclusivo rapporto di rispetto che la Cina nutre nei confronti dell'Italia e del suo passato" nonché l'elevato debito pubblico che accomuna i due Paesi. Ma c'è anche un'altra ragione, forse ancora più importante: il ruolo strategico per lo scambio commerciale che i porti di Genova, Venezia e soprattutto Trieste potrebbero ricoprire con la nuova Via della Seta. Nel tentativo di comprendere realmente la situazione, il libro presenta le riflessioni di dieci manager, esperti, industriali, economisti che conoscono la Cina e le dinamiche del mercato, dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia al Presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri di Genola, da Andrea Illy, Presidente di Illycaffè e presidente della fondazione Altagamma, a Parag Khanna, esperto mondiale di logistica e geopolitica, per arrivare agli gli economisti Loretta Napoleoni e Dominick Salvatore. Tra opinioni possibiliste ma caute e altre più chiaramente ottimistiche, i professionisti intervistati chiariscono più di un punto su che cosa questo mastodontico piano attuabile per terra e per mare potrebbe significare per l'Italia. Per tutti uno dei nodi centrali è quello dell'Europa, formalmente unita ma che ancora una volta fa emergere significative criticità e divisioni: alleata degli americani (che guardano con diffidenza un'influenza maggiore di Pechino) ma attratta dalle prospettive commerciali con la Cina; un'Unione istituzionale in cui, tuttavia, gli Stati membri fanno accordi singoli con il governo cinese. E in Italia, tenuta d'occhio dagli Usa di Trump, la politica si divide: si discute vivacemente anche sull'opportunità o meno che il nostro Paese firmi (come hanno già fatto oltre 10 Stati europei) un memorandum di intesa con la Cina il prossimo 22 marzo, in occasione della visita a Roma del presidente Xi Jinping.
De Filippo, La nuova Via della Seta
Il mastodontico progetto cinese nella prospettiva italiana