Cultura

Ali Smith, serve la luce del pensiero che brilla

La scrittrice britannica a Roma con 'Inverno'

Redazione Ansa

   (ANSA) - ROMA, 18 SET - ALI SMITH, INVERNO (BIGSUR, PP 280, EURO 17,50). Teste che galleggiano e fantasmi accompagnano la storia raccontata da Ali Smith in 'Inverno' dove le atmosfere si fanno più scure, come la luce che si accorcia quando arriva Natale. "E' al buio, nell'oscurità che si creano le storie di fantasmi. Questi sono tempi oscuri, bui, in cui sembra che ci venga chiesto di staccare la testa dal corpo, la mente dalla realtà concreta del mondo e della vita" dice all'ANSA Ali Smith, 57 anni, una delle voci più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea, quattro volte finalista al Booker Prize e autrice di una tetralogia dedicata alle stagioni partita con 'Autunno', di cui 'Inverno' è il secondo volume.
    "Questa della testa sospesa nell'aria galleggiante è un'idea che mi è venuta a sorpresa, dal nulla, come primo lampo di ispirazione e poi la ho seguita liberamente. 'Inverno' è un omaggio a tutte le storie fantastiche, visionarie, soprannaturali che si creano dal buio. Ci servono i visionari per farci uscire dall'oscurità. Dobbiamo cercare la luce del pensiero che brilla" dice la scrittrice, in questi giorni a Roma, autrice con 'Autunno' del primo romanzo post Brexit in cui ci ha raccontato che ad un certo punto le cose crollano. "Ci sono due questioni fondamentali del nostro tempo e tutto il resto è una distrazione. C'è un enorme movimento di persone, pare 160 milioni, in tutto il mondo che non riescono più a vivere nel posto in cui sono nate e si devono spostare e c'è un cambiamento climatico che spaventa. Con questo ci dobbiamo confrontare. Trump, la Brexit o la battaglia politica per chiudere le frontiere sono lotte di potere. E' un momento in cui il fascismo ha rialzato la testa. Per questo dobbiamo dare il meglio di noi stessi, avere più immaginazione e riuscire a far funzionare meglio questo mondo. Credo che ci riusciremo.
    L'umanità sbaglia, sbaglia ma alla fine impara e prende la via giusta" sottolinea la scrittrice. E spiega che Greta Thunberg "è il futuro e dobbiamo ascoltarla. Greta mi sembra una figura miracolosa, in senso arcaico" afferma la scrittrice che in 'Primavera', terzo volume della serie dedicata alle stagioni, in uscita in Italia nel 2020, ha raccontato un personaggio simile alla Thunberg. "In 'Primavera ci sono due storie di disperazione: una è dovuta alla fine di un amore e di un certo tipo di vita e l'altra parla della mancanza di speranza data da certi sistemi pseudo carcerari come i centri in cui vengono tenuti gli immigrati clandestini in attesa di un rimpatrio che non si sa se ci sarà mai. Di fronte a questi due muri per trovare l'elemento di speranza ho pensato al Pericle di Shakespeare in cui di fronte a una situazione bloccata, arriva una ragazzina di 14 anni e la sua bontà è la caratteristica rivoluzionaria. Mette in luce da che parte stanno il bene e il male. Greta Thunberg per me è una figura di questo tipo" sottolinea la Smith. 'Inverno' si apre con tutte le cose morte come se per entrare in un nuovo tempo tutto dovesse morire. "Succede così nelle stagioni. In 'Autunno' le foglie cadono a terra e rendono più fertile il suolo. In 'Inverno', quando gli alberi sono completamente spogli, ci sono altre nuove foglie che da sotto spingono. C'è un ciclo di forza vitale continuo. C'è un'intelligenza interna della natura e del pianeta e questa è l'idea che c'è dietro al mio quartetto" dice la scrittrice che nei suoi libri ci ha sempre mostrato come per lei il linguaggio sia una chiave per capire il mondo. "Il linguaggio e' il modo più complesso di leggere il mondo perché contiene dentro di se le cose non dette e la possibilità della verità e della menzogna" afferma la Smith e tra i libri preferiti cita le 'Lezioni americane di Italo Calvino per il quale "il senso dello scrivere è dare una lingua anche alle cose che non ce l'hanno".
    In Inverno, pubblicato da Sur nella traduzione di Federica Aceto, ci troviamo durante le feste natalizie e in un tempo ristretto di tre giorni si consuma il confronto fra diverse sensibilità: Art raggiunge la madre Sophia in Cornovaglia con una finta fidanzata e nella villa arriva a sorpresa anche zia Iris. "Intrinseco al Natale è il tema dell'ospitalità. In questo cuore buio e pauroso della stagione fredda come essere ospitali con gli altri? Come tollerare le loro differenze, come accoglierli in un calore che duri almeno tre giorni?" sottolinea la Smith che proprio questo voleva raccontare.
   

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