Cultura

Mastrojeni, Effetti farfalla

Come salvare il mondo con il proprio, piccolo battito d'ali

Redazione Ansa

di Marzia Apice (ANSA) - ROMA, 15 GEN - GRAMMENOS MASTROJENI, EFFETTI FARFALLA. 5 SCELTE DI FELICITA' PER SALVARE IL PIANETA (Chiarelettere, pp. 192, 15 euro). La convinzione che tutti, facendo la propria parte, seppur piccola, possano davvero fare la differenza per cambiare in meglio il nostro caro, vecchio e malandato pianeta Terra forse per molti è solo un modo di dire o un luogo comune ormai stanco. In realtà, invece, è la strada più concreta che abbiamo per salvare il mondo dal collasso sociale, economico e ambientale. Guarda al futuro con fiducia e senso pratico "Effetti farfalla", il libro scritto da Grammenos Mastrojeni per Chiarelettere, in libreria dal 14 gennaio.
    L'assunto da cui parte l'autore, docente di Ambiente e Geostrategia in vari atenei e da oltre 20 anni impegnato nello studio dei cambiamenti climatici del pianeta, è che non siamo per nulla consapevoli di tutte le conseguenze, nel bene e nel male, dei nostri gesti quotidiani: l'ormai celebre teoria dell'"effetto farfalla", secondo la quale il battito d'ali di una farfalla può scatenare un uragano dall'altra parte del mondo, non è una specie di proverbio, ma scienza, perché è un caposaldo matematico della teoria del caos. La Terra è dunque un sistema che va visto in modo unitario e, se il nostro obiettivo è vivere meglio, non è detto che necessariamente per aumentare il nostro benessere ci sia sempre un prezzo da pagare e qualcuno debba "soffrire" (un ceto sociale, un'area geografica, l'ambiente e così via). Sulla Terra infatti la cooperazione è la base per migliorare tutti, non solo alcuni. Basta dunque secondo Mastrojeni "sintonizzare le nostre azioni con l'equilibrio terrestre" e prestare attenzione al sistema nel suo complesso, ossia alla sostenibilità, parola ormai abusata ma nodale. Vivere in modo sostenibile di fatto significa fare scelte eticamente giuste che a cascata genereranno tanti effetti positivi: possiamo farlo tutti, in ogni settore della nostra vita, dal cibo al vestiario, da come ci muoviamo a quello che buttiamo fino a come spendiamo i nostri soldi. Gli esempi sono tantissimi, e tutti spiegati nel libro con una serie di ragionamenti logici e di buon senso, difficilmente confutabili.
    Per esempio, sarebbe meglio mangiare "una bistecca in meno, ma di buona qualità" e "un ortaggio locale e di stagione": essere attenti alla qualità e alla provenienza dei cibi porta infatti una miriade di effetti farfalla. Non solo, banalmente, perché più un alimento è nocivo o deve essere consumato in quantità ridotta e più la sua produzione comporta uno spreco di risorse naturali: le ricadute positive, dimostra Mastrojeni, riguardano anche settori apparentemente lontani, come "demografia, migrazioni, Sahel, terrorismo, e abbiamo persino menzionato legalità e delegittimazione dell'evasione fiscale", scrive. Lo stesso ragionamento si può applicare ai vestiti: compriamo troppo e male, per soddisfare spesso solo un bisogno di apparenza e non una reale necessità di coprirsi. Ma, fermo restando che anche la vanità serve a vivere meglio, basterebbe solo comprare capi di migliore qualità, più durevoli e quindi sostenibili, utili anche a non essere "servi" del consumismo e delle mode. Capitolo dopo capitolo l'autore prosegue le sue riflessioni anche in tema di mobilità, rifiuti, impresa, economia e finanza: anche qui, il piccolo battito d'ali di una singola farfalla - ognuno nella propria quotidianità - può avere potenzialmente un impatto non trascurabile, e generare una catena virtuosa.
    Il libro non è però un mero elenco di cose da fare, come spegnere la luce e limitare il consumo di acqua: quello che al lettore chiede Mastrojeni è fare un passo in più per cercare ognuno il proprio metodo, e adottare comportamenti che fanno "guadagnare e al contempo portano il nostro pianeta a rinascere". Perché, e questo va sottolineato, la sostenibilità ha a che fare con la giustizia, ma anche con la non esclusione: tutti devono trarre vantaggio da questo "cambio di rotta" e nessuno deve rimanere indietro. I sacrifici non sono poi così radicali, perché in fondo, spiega l'autore, "il nostro è il pianeta del gratuito piacere di vivere, non dell'eroica rinuncia". E ancora: "Se scelgo di proteggere davvero i miei interessi, tendo a essere sostenibile e il mio comportamento tende a essere di giustizia. Se scelgo la soluzione più giusta, questa tende a soddisfare al massimo i miei interessi, proteggendo al contempo il pianeta. Siamo parte di un'equazione dove benessere = sostenibilità = giustizia. E se ce la giochiamo bene il prodotto di questi fattori è la pace": messa in questi termini, forse allora varrebbe davvero la pena provare a fare la nostra parte. (ANSA).
   

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