SALO MULLER, A STASERA E FAI IL BRAVO (Il Sole 24ORE, pp.256, in edicola dal 16 gennaio a 12.
L'autore è riuscito a ricongiungersi con gli zii, divenuti i suoi "nuovi" genitori, e con loro è cresciuto, ma è sempre stato nell'infanzia come nell'adolescenza molto fragile, fisicamente e psicologicamente. Per lungo tempo ha faticato molto per trovare un equilibrio negli studi e nei rapporti interpersonali: ma alla fine ha trovato la sua strada, diventando il fisioterapista dell'Ajax negli anni d'oro di Johan Cruijff, dal 1960 al 1972.
Per esorcizzare la sofferenza, sempre presente nel cuore e nella mente, ha però deciso di fare della sua storia tragica una testimonianza o meglio di farsi egli stesso memoria da tramandare affinché l'orrore non si ripetesse più. Per anni ha raccontato ai ragazzi delle scuole la sua vita e i crimini del nazismo subiti dalla sua famiglia per il solo fatto di essere ebrea, poi in 3 anni ha scritto questo libro, riportando con un linguaggio asciutto, e una narrazione dettagliata ma non cronologica, tutto quello che ha vissuto, ricordi personali ma anche resoconti storici. A un certo punto, tuttavia, neppure questo è più bastato. Allora Salo Muller ha deciso di fare un passo in più, iniziando nel 2014 una battaglia contro la Nederlandse Spoorwegen (NS): alla società olandese dei trasporti ferroviari ha chiesto (e poi ottenuto) un risarcimento per i sopravvissuti e gli eredi delle vittime della Shoah, perché negli anni della guerra tutti sapevano e nessuno si oppose ai quei trasferimenti criminali di persone verso la morte. Da quell'ultimo sguardo alla mamma e al papà nel 1942 a Hollandsche Schouwburg in Plantage Middenlaan, luogo dove i tedeschi avevano improvvisato un punto di raccolta per gli ebrei arrestati e dove venne portato anche lui, un'anticamera dell'inferno da cui però una mano compassionevole lo salvò portandolo via e separandolo per sempre dai genitori, sono trascorsi tanti decenni e il mondo è cambiato. Ma se l'Olocausto è successo una volta, nessuno può avere la certezza che l'assurda volontà di un uomo di annientare un altro uomo per via della "razza" non possa accadere di nuovo: è questa ancora oggi la paura di Salo Muller, ed è per questo che da testimone dell'orrore ha scelto di diventare un combattente coraggioso. Un combattente che a 84 anni ancora non ha terminato la sua lotta. (ANSA).
Salo Muller, A stasera e fai il bravo
Superstite e combattente, ex fisioterapista Ajax racconta Shoah