Vengono da ogni parte del mondo, anche dalle zone più remote, e combattono contro l'inquinamento, la povertà, lo sfruttamento delle risorse del pianeta, la diseguaglianza e la protezione delle specie animali più indifese. Sono le 'Green Girls', "ragazze guerriere" che hanno costruito una rete green e internazionale che si muove sul web e nelle piazze di tutto il mondo, con un unico obiettivo: salvare la Terra.
Diversissime tra loro, per estrazione sociale, provenienza, razza, religione, sono 32, tra bambine e adolescenti, unite da un' inossidabile volontà di salvare anche un piccolo pezzo del pianeta, puntando all'obbiettivo di salvarlo tutto, che in meno di due anni sono diventate ambasciatrici di associazioni, hanno vinto premi internazionali, sono relatrici a summit mondiali e hanno conquistato le copertine di magazine e tv.
Tra le più giovani attiviste italiane, Alice Imbastari che ha cominciato a partecipare ai Fridays For Future a 10 anni, impegnata a coinvolgere più persone possibili nella sua raccolta quotidiana di rifiuti e che durante il lockdown ha lanciato un suo canale YouTube per incitare i ragazzi a piantare semi. E oggi, che ha 11 anni, dice all'ANSA: "Si deve sempre proteggere la Terra, in qualunque condizione, a tutte le età. Ci dicono che siamo troppo piccole, io dico che siete troppo grandi per non aver ancora fatto qualcosa o per non aver capito quanto avete inquinato il nostro pianeta". E c'è anche Miriam Martinelli, che ha iniziato a interessarsi alla questione climatica a 6 anni e non ha mai smesso di dedicarsi a questa battaglia.
In Nuova Zelanda c'è la "maori bianca" India Logan Riley che si batte per il suo popolo e contro le inondazioni sempre più frequenti. In Olanda Lilly Plat che a 9 anni ha dichiarato guerra alla plastica, grazie al nonno Jim che le ha spiegato quanto sia pericoloso abbandonarla nell'ambiente. E poi l'indiana Licypriya Kangujam che a 9 anni ha ricevuto, l'8 marzo 2021, l'International Womans Day Award dalla Delhi Commission for Women per aver ideato un provocatorio contenitore di aria pulita, da portare come zainetto. E ancora la surfista brasiliana Catarina Lorenzo, nata nel 2008, che ha denunciato la moria di coralli sul reef e Anoka dello Sri Lanka che pianta mangrovie contro gli tsunami.
"È stata una ricerca entusiasmante. La prima mappatura delle attiviste climatiche nei 5 continenti dove la leadership è donna. E dove il gruppo è senza frontiere. Colorato quanto serio e determinato, che invita all'azione e all'adesione ognuno di noi. È un ponte tra le generazioni" spiega la Ruggeri, ambientalista e animalista, fra l'altro vice presidente dell'associazione 'GreenAccord Onlus'.
Ognuna di loro fa riferimento ai 17 punti dell'Agenda 2030 - sottoscritta nel 2015 da tutti i Paesi appartenenti alle Nazioni Unite - tra i quali sconfiggere la povertà, la fame, combattere contro il cambiamento climatico, ridurre le disuguaglianze, avere istruzione di qualità e parità di genere. "Lanciate da Greta Thunberg con i Fridays For Future, spesso sono attive da molto prima. Sono bellissime guerriere determinate. Autentiche icone 'green pop' a cui ispirarsi" dice la Ruggeri nella prefazione al libro che ricorda nella struttura 'Storie della Buonanotte per bambine ribelli'. "Offrono poche polemiche e molte soluzioni. In alcuni casi sono state arrestate, minacciate dai governi e dalle istituzioni, sottoposte a bullismo, ma non si arrendono e denunciano i violenti. Non sono mai sole, hanno genitori e amici ambientalisti al loro fianco, anche 'da remoto'", dice l'autrice di 'Green Girls' che dedica il libro alla figlia. (ANSA).
Green Girls, le ragazze che salvano la Terra
32 storie vere. Imbastari, 'Terra si protegge a tutte le età'