(ANSA) - ROMA, 20 GIU - STEFANO ARDITO, "MONTE BIANCO, IL GIGANTE DELLE ALPI", (LATERZA, PP. 304, 24 EURO)
Negli ultimi cinquant' anni i trentuno ghiacciai del versante italiano del Monte Bianco si sono ridotti del 10%.
Nel libro 'Monte Bianco, il gigante delle Alpi' Stefano Ardito, giornalista e storico della montagna, racconta l'evoluzione dell'alpinismo dalla prima ascensione alla vetta nel 1786 fino ai giorni nostri, passando per le avventure e le parole di campioni come Walter Bonatti e Reinhold Messner.
Ma la storia del massiccio non è fatta solo di scalate. Il libro racconta, come fanno i cronisti, la scoperta delle Alpi da parte dei viaggiatori del Grand Tour due secoli fa, l'attacco dell'Italia fascista alla Francia nel 1940 attraverso il Col de la Seigne ai piedi della montagna e la tecnologia che ha creato la Funivia dei ghiacciai e il Traforo. Che, nel 1965, ha trasformato la geografia dell'Europa.
Non mancano episodi poco noti come la caduta, nel dopoguerra e a poca distanza dalla vetta, di due aerei di linea indiani, il lavoro degli osservatori scientifici oltre i 4000 metri di quota (dalla fisiologia all'astronomia), la diatriba sul confine tra Italia e Francia che rende una parte del Bianco ufficialmente "contesa" tra i due Stati. Altre pagine ci ricordano le prime Olimpiadi invernali disputate nel 1924 a Chamonix, e la nascita nel 1955 del Giro del Monte Bianco, il primo cammino internazionale d'Europa.
Uno dei ghiacciai del Monte Bianco, quello di Planpincieux sul versante italiano, nel 2018 e nel 2019 ha rischiato di far precipitare in fondovalle una massa di ghiaccio grande come il Duomo di Milano. Due secoli fa la scrittrice inglese Mary Shelley aveva utilizzato i crepacci della Mer de Glace, il più vasto ghiacciaio del massiccio, per ambientare il suo Frankenstein. Oggi non potrebbe più farlo. Quelle onde di ghiaccio si sono sciolte da tempo, e al posto della poderosa colata di una volta scende una lastra sottile, e destinata a sparire.