(di Enzo Quaratino)
(ANSA) - ROMA, 06 OTT - MIMMO NUNNARI, GUERRA E AMORE
NELL'ITALIA DI MUSSOLINI (Rubbettino, pp 182 - euro 16.00)
Sullo sfondo della Seconda guerra mondiale la storia di un
amore, forte e saldo, tra un soldato autiere della divisione
"Savona" e una sartina: la racconta il giornalista e scrittore
Mimmo Nunnari nel romanzo "Guerra e amore nell'Italia di
Mussolini", dedicato a quella generazione di uomini e donne a
cui la guerra rubò gli anni della gioventù e anche i loro sogni.
I maschi andarono al fronte a combattere e le donne - mogli e
fidanzate innamorate - rimasero ad aspettare a casa, tra ansie e
tormenti, il loro ritorno, pregando ogni giorno che tornassero
vivi, e consapevoli che avrebbero dovuto portare, incise
nell'anima, le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.
L'autore ha preso spunto dalle centinaia di lettere d'amore
inviate dall'Etiopia, dalla Libia e poi dalla prigionia in Sud
Africa e Inghilterra, dall'autiere soldato alla fidanzata, che
viveva l'attesa del suo ritorno tra ansie e tormenti in un
piccolo villaggio marino sulla sponda calabrese dello Stretto di
Messina. Quelle lettere - non solo le loro, ma di tutti i
soldati in guerra - avevano supplito all'assenza, tenuto salda
la passione, alimentato speranze, allontanato paure, esorcizzato
il rischio di morte e difeso l'amore di uomini e donne
innamorati da ogni avversità e malvagità. Erano state come una
benedizione le lettere dei soldati, un balsamo per chi le
scriveva e per chi le riceveva. Quelle inviate dall'autiere e
che Mimmo Nunnari, figlio della coppia di innamorati
protagonisti del libro, ha ritrovato conservate in una vecchia
scatola di cartone, non erano solo missive d'amore, ma anche
cronache dettagliate di traversate nel deserto africano alla
guida di un camion, di un'automobile o a volte di una
motocicletta, lungo strade e sentieri in cui si rasentavano
dirupi paurosi. Il soldato descriveva l'Africa che aveva
incontrato: i paesaggi montagnosi, le aride pianure, le foreste
popolate di antilopi, di leopardi e di altre specie di animali;
i giardini, i palmizi, gli insediamenti urbani in
decomposizione, il modo di vivere di abissini e abissine, dei
contadini e dei pastori dalle inconfondibili fogge africane. Ma
negli ultimi tempi della guerra amarezza, nostalgia di casa e
incertezza sul futuro avevano preso il sopravvento sulle
cronache africane. Eventi bellici e sentimenti d'amore
s'intrecciano nel racconto fino a giungere dopo la fine del
conflitto a quello straordinario e irripetibile periodo del
dopoguerra, quando quelle stesse generazioni di ragazzi e
ragazze, divisi per anni dall'insensatezza della guerra, furono
protagonisti della rinascita dell'Italia.
Dalle pagine del libro di Nunnari traspare l'ansia
dell'autiere e il desiderio di tornare a casa per finalmente
sposare la donna amata; e, in una delle lettere di lei scritta
mentre il conflitto imperversava, il suo tormento e la
trepidazione per la sorte di lui. "...Caro Peppino - scriveva in
una lettera - sono priva di tue notizie. Non so il perché,
credimi, ma mi sento finire il cuore. Mi sembra che non verrà
mai quel giorno che potrò essere tranquilla, assieme a te e
vivere con te. Amore mio, mi auguro che presto riceverò una tua
lettera, perché non ho pace nell'attesa, sono preoccupatissima
per te. So quale periodo si trascorre in Africa. Maledico da
mattina a sera sempre questa guerra, causa della mia infelicità.
Finisco col dirti che i miei ti salutano tanto, nonché i tuoi.
Da me accetterai bacioni a non finire. Tua per sempre,
affettuosa Mimma…". (ANSA).
La guerra, l'autiere e la sartina
Nel testo di Nunnari l'amore attraverso le lettere dal fronte