Cultura

Romana Petri e la malafamiglia di 'Tutto su di noi'

Riuscita nuova prova narrativa dell'autrice di Rubare la notte

Redazione Ansa

ROMANA PETRI, ''TUTTO SU DI NOI'' (Mondadori, Pag. 215, euro 18. 50).
    Marzia, per disgrazia di cognome Marziali, che è costretta ad un'andatura marziale dalla storia, dal cognome e soprattutto dalla famiglia che si porta dietro come un fardello. Tornano i legami familiari nel nuovo romanzo di Romana Petri, ma questa volta la scrittrice di Mostruosa maternità, che con Rubare la notte è stata finalista al Premio Strega 2023, entra ancora una volta nel cuore dei sentimenti estremi. Con il suo spirito sarcastico, a volte grottesco, amaro sempre fino al paradosso che è una chiave centrale della sua opera narrativa, qui Romana Petri - scrittrice tra le più talentuose della sua generazione che in questa chiave a mio avviso dà il suo meglio - socchiude la porta di una coppia genitoriale diabolica. Inutile chiedersi se sia biografia o meno, pur nella consapevolezza che questa autrice abbia spesso parlato anche della sua vita, come in Le serenate del Ciclone, monumentale libro dedicato all'amatissimo padre, celebre baritono a cui ha preso in prestito il nome d'arte.
    Questa volta madre e padre in ''tutto su di noi'', sono personaggi altamente tossici, stretti da un rapporto malato, padre egoista e narcisista, madre vittima consapevole e con la sindrome di Stoccolma, che si mettono in scena con esibita teatralità. Non sono personaggi dello spettacolo eppure lo sembrano. L'unica paura di lei è perderlo. Lui, livornese sbarcato nel romanissimo mandrione, colleziona tradimenti esibiti con minuzioso sadismo. Il teatro non ha limiti nè censure, scava nel profondo dell'anima e del corpo, entrambi messi in mostra fino alle viscere in una continua operazione a cuore aperto. Il cuore sul tavolo è soprattutto quello dei figli: ''Io e mio fratello lo avevamo capito bene fin da piccoli. Se la mamma avesse dovuto scegliere con la famosa pistola puntata alla tempia, lei avrebbe salvato il marito''. È Marzia soprattutto ad esserne consapevole e nonostante i mille tentativi di fuga non riesce a liberarsi dal vincolo mostruoso a cui è costretta, rete, maglia, ragnatela vischiosa che segna la sua vita. Soprattutto segna la sua vita emotiva, lei che allena il fisico nella lotta tanto da diventare una donna pronta ad ogni battaglia. L'affetto di cane dolcissimo, l'amore di un fidanzato perfetto, tutto sembra esserle negato. Di scontri ne dovrà affrontare infiniti, sempre al limite, sempre scoprendo che la crudeltà non ha confini. Nel suo personale film western, mettendo in scena ogni volta l'espressione di un attore di cui poi magari non si ricorda il nome, fino a quando non arriverà alla sua soluzione finale. In un bellissimo e struggente romanzo dove non si dimentica mai che la vita è soltanto amore. 
   

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